Il governo tasserà Google e Netflix per finanziare film e fiction italiane (aggiornato con smentita)

Lorenzo Quiroli
Lorenzo Quiroli
Il governo tasserà Google e Netflix per finanziare film e fiction italiane (aggiornato con smentita)

La produzione di film e telefilm italiana non sta andando bene: le nostre industrie del settore fatturano la metà rispetto a Germania e Francia ed esporta all'estero meno film rispetto a Danimarca o Norvegia. Un risultato che il governo vuole ribaltare fornendo una maggiore disponibilità economica ai produttori di film e fiction indipendenti. Come? Con una tassa che andrà a colpire i colossi come Netflix, Google e Amazon.

Si chiama Tassa di scopo atta al rafforzamento del settore audiovisivo e per il momento non è ancora legge, ma un'idea stampata nero su bianco in un documento presentato dal ministro Franceschini e dal sottosegretario Giacomelli alle televisioni e alle case di produzione. L'idea non è affatto nuova, anzi è già applicata in Germania: si tratterebbe comunque di una cifra irrisoria per aziende di quel calibro (si parla di 13 milioni), ma sufficiente per finanziare e promuovere la produzione italiana.

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Il problema di base che però l'industria italiana dovrà risolvere è il localismo, ossia i contenuti prodotti non sono di calibro internazionale e piacciono solo a noi italiani. Per sconfiggerlo ci saranno più fondi destinati alla Mostra del Cinema e al Centro Sperimentale, meno ad inutili convegni e pubblicazioni. Anche per le televisioni ci saranno regole più stringenti riguardanti i diritti dei film, ad esempio l'imposizione di proporre i contenuti su tutte le piattaforme, dal web all'etere, e di sfruttare un film entro 3 anni dall'acquisizione dei diritti.

Aggiornamento: Una fonte (anonima) del ministero dello sviluppo economico avrebbe confermato a DDay che quanto riportato in questi giorni sia falso e che la tassa di scopo (benché menzionata, perché utilizzata in Francia e Germania) non è una soluzione che verrà adottata in Italia. Produttori e broadcaster (Rai e Mediaset inclusi) hanno ritenuto non corretto tassare in modo aggiuntivo i provider esterni, purché paghino le corrette tasse nel nostro paese.

L'incentivo per le serie italiane poi esiste, ma andrebbe interpretato in modo diverso: sviluppo di prodotti pensati per il mercato globale e non per il nostro paese. Il primo esempio saranno le prossime produzioni Rai: il governo gli avrebbe infatti imposto una internazionalizzazione delle produzioni.

Fonte: Repubblica