Facebook e Google: novità contro le bufale su feed e risultati della ricerca

Cosimo Alfredo Pina
Cosimo Alfredo Pina
Facebook e Google: novità contro le bufale su feed e risultati della ricerca

Nuove importanti novità sul fronte fake news e bufale che riguardano proprio due dei principali mezzi con cui si viene contatto con questa realtà purtroppo sempre più diffusa. Facebook e Google inaugurano due novità che dovrebbero aiutare a contrastare le notizie false.

Sul social blu è iniziato il test degli "Articoli correlati". Solitamente siamo abiuati a vedere una lista del genere dopo aver letto un articolo passando dall'app di Facebook; tornando indietro può capitare di trovare una lista di contenuti affini a quello appena chiuso.

Adesso questo tipo di lista potrebbe essere mostrata fin da subito sotto il post e nel caso il collegamento rimandi ad argomenti sensibili, come politica o salute, saranno consigliate letture da testate considerate affidabili o da enti specializzati in fact checking (verifica di fatti e fonti). Per ora questa feature è in fase di test.

Come detto in apertura anche Google gioca la sua nuova carta contro le bufale e i contenuti offensivi.

Nei risultati della ricerca sono stati introdotti nuovi strumenti di segnalazione con cui l'utente può indicare se una notizia o un più generico risultato riporti notizie false o contenuti fuorvianti.

Inoltre per evitare che questo tipo di risultati appaiano all'utente è stato modificato l'algoritmo di indicizzazione. Adesso, sugli argomenti più delicati, sarà data priorità alle testate considerate autorevoli o che avranno riferimenti a fonti affidabili.

Oltre a questo è stato introdotto, il tutto per ora solo negli USA, un nuovo tool per segnalare suggerimenti offensivi; quando si inizia a digitare nella casella di ricerca un piccolo link permetterà all'utente di inviare un feedback.

Ancora una volta i due big dimostrano di voler contrastare una delle piaghe del web, in attesa che approccio critico e verifica delle fonti diventino concetti un po' più diffusi.

Fonte: Facebook