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#WeAreTwitter: e se fossero gli utenti a comprare Twitter?

Cresce l'hashtag #WeAreTwitter: sempre più utenti si impegnano per acquistare Twitter e trasformarlo in una cooperativa.
Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
#WeAreTwitter: e se fossero gli utenti a comprare Twitter?

Come probabilmente saprete, Twitter non se la passa troppo bene: il social network dei 140 caratteri da diverso tempo ha qualche problema finanziario e nelle ultime settimane si è sentito spesso parlare di vendita. Tra le possibili società interessate all'acquisto sono venuti fuori diversi nomi, tra cui Google, Disney, Salesforce e Facebook.

Tuttavia, negli ultimi giorni sta crescendo l'hashtag #WeAreTwitter, legato ad una proposta quanto meno interessante: e se fossero gli utenti a comprare Twitter? L'idea potrebbe sembrare folle, ma c'è un buon numero di persone pronte a crederci davvero e investirci tempo e denaro.

La proposta è che gli utenti acquistino le quote di Twitter e lo trasformino in una cooperativa non orientata al profitto: per gli investitori che premono per la vendita, infatti, il problema è che Twitter non cresce abbastanza in fretta. Ma in giro per il mondo ci sono milioni di utenti a cui Twitter sta bene così com'è e, piuttosto che vederlo trasformato dalle mani dei soliti giganti della Silicon Valley, vogliono provare ad applicare nuovi modelli cooperativi.

L'idea era già nell'aria da qualche tempo, ma a dargli voce globale è stato un articolo del Guardian scritto da Nathan Schneider: in breve tempo è nato un appello tradotto in diverse lingue, una petizione e un gruppo di lavoro aperto su Loomio (in cui si interpellano anche economisti sulla possibilità) e un gruppo di discussione su Slack.

Come potete leggere dal manifesto (di cui vi incolliamo la traduzione in italiano in fondo), le ragioni per un'acquisizione da parte degli utenti riguardano anche la libertà del servizio: molto più di Facebook, Twitter è stato per molti giornalisti un punto di riferimento per la libera circolazione di informazioni, immagini e video, che hanno saputo raccontare il mondo in diretta e senza alcun filtro (basti pensare al ruolo fondamentale di Twitter durante la primavera araba o il recente tentativo di colpo di stato in Turchia).

Nonostante al mondo esistano già altre cooperative non orientate al profitto, non è facile immaginare come questo modello possa funzionare per un enorme strumento globale come Twitter.

Tuttavia, considerando l'importanza di un esperimento simile per il futuro di internet, vale sicuramente la pena riflettere su questa possibilità: di seguito trovate il video che promuove l'iniziativa e l'appello in italiano (che potete firmare su wearetwitter.global).

Ehi, Twitter! Ti ricordi di noi? I tuoi utenti? Ciao.

Allora, abbiamo sentito dire che potresti essere messo in vendita, o quantomeno che persone a te assai vicine lo stanno prendendo in considerazione. È una decisione che avrà effetti su tutti noi. Impossibile prevedere in che modo, ma sicuramente ne pagheremo le conseguenze. Il tuo è uno strumento ben fatto, e il tuo futuro contribuirà a definire il modo con cui potremo tenerci in contatto con gli amici, essere informati su quanto va accadendo nel mondo e comunicare con gli estranei. Per non parlare di dove andranno a finire i dati personali che ti abbiamo affidato. Perciò, sotto certi aspetti, chi ti comprerà finirà per comprare tutti noi.

Così ci è venuta in mente un'idea, anzi una proposta. Recentemente il tuo amministratore delegato, Jack Dorsey, ti ha definito "la rete d'informazione del popolo". E se tu fossi veramente del popolo? Perché non troviamo piuttosto un modo che consenta a noi utenti di comprarti?

Secondo Wall Street sei sulla strada del fallimento, perché Wall Street ti apprezza solo se il titolo vola in borsa. Invece, secondo noi, tu stai andando forte. Ci piaci perché rendi più ricca la nostra vita – l'informazione, la cultura e le relazioni di ciascuno di noi. (A volte ci porti anche cose grossolane, meschine e strane). Vorremmo raggiungere un accordo grazie al quale tu possa continuare ad andar forte, puntando a traguardi da raggiungere collaborativamente, anziché limitarsi a ingrossare il portafoglio di pochi investitori. Siamo convinti che insieme sia possibile portare avanti un'attività imprenditoriale che funziona, prospera e innova in maniera fantastica.

Il punto è che noi siamo già parte di te. Strano a dirsi, ma vero. Infatti, cosa sarebbe mai Twitter senza i nostri tweet? Siamo noi il prodotto che vendi agli inserzionisti. Eppure noi siamo ben più che un prodotto, siamo delle persone. Vogliamo aver voce in capitolo in ogni sistema che può plasmare la nostra vita e le nostre comunità. Vogliamo trovare il modo per creare valore in modo collaborativo e rafforzare così il bacino dei beni comuni, anziché essere messo all'asta a Wall Street. Proviamo a costruire un modello imprenditoriale migliore che non si limiti a vendere i nostri movimenti agli inserzionisti, e una struttura proprietaria più efficace delle puntate rischiose su mercati azionari vecchio stile.

Tutto ciò avrà effetti positivi per noi e per te. Perché anche dietro di te ci sono delle persone. Perché Twitter non è soltanto l'azienda quotata in borsa, bensì coloro che hanno a cuore le sue sorti e lo conoscono meglio – i suoi fondatori, impiegati e investitori che si considerano i custodi di una creatura incredibile. La gente che ama Twitter lo ama non certo per quello che potrebbero ricavarne dalla vendita, quanto piuttosto per quanto riusciamo a crearvi collettivamente. Ora spetta a costoro farsi avanti, mentre Wall Street gli volta le spalle.

La proprietà cooperativa di Twitter comporterebbe un nuovo flusso di entrate, poiché ciascun utente avrebbe la possibilità di diventarne comproprietario. Potremmo utilizzare i dati della piattaforma per stimolare l'innovazione. Potremmo stabilire norme più trasparenti ed efficaci per gestirne gli abusi. E non saremmo più dei semplici utenti saltuari, bensì investitori per la tua sostenibilità e il tuo successo. Anzi lo stesso successo assumerebbe significati ben diversi. Senza la pressione a breve termine della quotazione in borsa, crediamo sia possibile dar corpo al vero potenziale di Twitter – diversamente da quanto consentito dall'attuale modello imprenditoriale in questi anni.

Questa dunque la situazione. Un gruppo di noi vuole mettere in piedi una cooperativa per aggregare gli altri utenti di Twitter nella speranza di poter raggiungere un accordo imprenditoriale. Un patto equo e onesto, capace di ricompensare e coinvolgere coloro che hanno contribuito a creare il Twitter che amiamo. Speriamo che costoro vogliano lavorare con noi a tal fine. E Twitter non è altro che l'inizio, cioè la possibilità di riflettere e organizzarci rispetto alla comproprietà di un'importante piattaforma d'uso comune; la nostra cooperativa sta elaborando ulteriori progetti per arrivare alla proprietà condivisa di altri ambiti di internet.

Noi sottoscritti ci rivolgiamo a Twitter affinché decida di lavorare con noi per condividere il futuro dell'azienda stessa con quanti l'apprezzano e la utilizzano al meglio. Alcuni tra noi che sono azionisti di TWTR hanno già promesso il loro voto a sostegno di questa causa – prevenire l'acquisto da parte di qualche corporation per cercare invece un'opzione più adeguata.

Twitter, ricordi i tuoi primi passi? Nessuno poteva immaginare che quell'idea dei 140 caratteri avrebbe avuto successo, e guarda un po' dove siamo arrivati insieme. E insieme possiamo ancora creare qualcosa di fantastico. Dai, diamoci da fare.