Google vuole uccidere l'errore 404

Leonardo Banchi
Leonardo Banchi
Google vuole uccidere l'errore 404

Errore 404: forse non tutti ne conosceranno il nome, ma sicuramente chiunque abbia navigato su internet si è imbattuto, almeno una volta, in questo blocco. Il 404 è, infatti, l'errore che viene visualizzato dal nostro browser quando proviamo a caricare una pagina non raggiungibile.

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L'errore 404 può essere causato da vari fattori, come una momentanea indisponibilità del server che stiamo cercando di interrogare, o la mancanza di connessione internet da parte nostra. Qualunque ne sia la causa, ciò che rimane costante è la frustrazione dell'utente nel riuscire ad ottenere soltanto una pagina vuota.

Google, quindi, ha pensato di mettere fine a tutto ciò creando un nuovo standard per i browser, nominato "Service Workers", che fra le varie innovazioni prevede il salvataggio delle pagine visitate in locale: una specie di cache, che permetta di tenere in memoria i siti già visitati.

In questo modo, anche in caso di momentanea irraggiungibilità del sito, il browser potrà mostrare le informazioni salvate piuttosto che una inutile segnalazione di errore.

Si tratterebbe, ovviamente, di informazioni non aggiornate, come ammette Alex Russell, ingegnere del software di Google, che però prosegue dichiarando "Preferiamo caricare qualcosa piuttosto che niente".

Oltre alla scomparsa dell'errore 404 (almeno per quanto sarà visibile all'utente finale), questa modifica comporterà comunque altri cambiamenti: grazie all'utilizzo di una cache locale, infatti, le pagine visitate regolarmente verranno caricate molto più velocemente. Sarà inoltre possibile risparmiare sulla quantità di dati trasmessi, cosa particolarmente utile per i piani tariffari che prevedono un limite di dati, inviando solamente le informazioni aggiornate fra una visita e l'altra. Sull'altro lato della medaglia, i browser diventeranno sicuramente più pesanti ed esigenti di risorse.

Per affrontare questi possibili problemi, la tecnologia è ancora in fase di studio, ma Google si mostra ottimista, confidando di riuscire ad integrarla in Chrome entro la fine dell'anno.

A seguire trovate un video con le spiegazioni tecniche, sulle quali potete anche informarvi a questo link.

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