Il muscolo artificiale che resiste al veleno dei cobra

Lorenzo Fantoni
Lorenzo Fantoni
Il muscolo artificiale che resiste al veleno dei cobra

Il fattore rigenerante è senza dubbio una delle caratteristiche naturali che l'uomo invidia di più a certi animali (e a qualche supereroe),e proprio in questi giorni è stato compiuto un passo avanti verso un futuro in cui i nostri muscoli saranno in grado di ripararsi e resistere a traumi durissimi, come il morso di un cobra.

I ricercatori del MIT hanno infatti pubblicato lo studio di una sperimentazione sui topi che ha dato risultati sorprendenti, e che fa ben sperare per un futuro in cui un muscolo strappato sarà curabile come un graffio.

La ricerca si basa su alcune cellule dei topi, chiamate progenitrici. Queste cellule possono assumere molte forme, ma non si replicano in maniera indefinita come le staminali. Mescolando queste cellule con una sostanza gelatinosa, e mettendo il tutto in microscopici stampi cilindrici, gli scienziati hanno creato delle fibre muscolari che sono state poi, impiantate su alcuni topi.

Dopo due settimane, il muscolo si è collegato all'apparato circolatorio dell'ospite, prendendo forza.

Il risultato è un muscolo funzionante, 10 volte più forte dei precedenti esperimenti, e che riesce a rigenerarsi anche dopo esser venuto a contatto col veleno del cobra, una potentissima tossina in grado di distruggere le cellule muscolari in soli 30 minuti.

Tuttavia, è presto per festeggiare, perché i ricercatori non sono stati ancora in grado di collegare il muscolo al sistema nervoso, quindi è privo di controllo, e la tecnica di costruzione, quando applicata agli umani, crea muscoli sensibilmente più deboli di quelli dei roditori.

Problemi che ovviamente sono la priorità del team di ricerca, ma ciò non vuol dire che questi muscoli artificiali non possano già essere utilizzati per qualcosa di utile. Una volta che la ricerca avrà sviluppato un metodo sicuro e affidabile, i muscoli artificiali saranno infatti il campo di prova per nuovi metodi di ricerca, nuovi test tossicologici, e quindi nuovi farmaci e nuove cure.

Via The Verge