Il gate sta chiudendo? Ci pensano questi robot di LG a scortarvi all'interno dell'aeroporto (foto)

Edoardo Carlo
Edoardo Carlo
Il gate sta chiudendo? Ci pensano questi robot di LG a scortarvi all'interno dell'aeroporto (foto)

Da decenni la fantascienza dipinge un futuro in cui il mondo sarà popolato dai robot. E spesso le previsioni di letteratura e cinema sono descrizioni a tinte fosche di realtà in cui l'uomo sarà sottomesso alle macchine, ormai sfuggite al suo controllo. La realtà è che i robot stanno uscendo dalla fantascienza, per entrare a tutti gli effetti nel campo della scienza. Di applicazioni prototipali se ne sente parlare non di rado, il più delle volte dai tecnologicissimi Giappone e Corea del Sud.

Proprio in Corea, patria di due colossi mondiali come Samsung ed LG, quest'ultima ha da tempo iniziano una sperimentazione per dei robot che siano da ausilio al personale umano e ai passeggeri in transito nell'aeroporto internazionale di Seul. In particolare si tratta di due tipologie di robot: la prima, forse più scontata, è addetta alle pulizie, una versione tecnologicamente più avanzata dei robot aspirapolvere che già popolano le nostre abitazioni.

La seconda invece è ben più interessante e ha il compito di guida e di assistenza per i passeggeri.

Grazie ad un assistente vocale sviluppato da LG, questo robot sa infatti capire e parlare ben quattro lingue (coreano, giapponese, cinese ed inglese), grazie alle quali è in grado di interagire con le persone indicando loro l'ubicazione di ristoranti, negozi o servizi igienici, scansionare al volo le carte di imbarco e scortarli al gate esatto, velocizzando e semplificando le operazioni di imbarco.

Dopo una sperimentazione durata qualche mese, utile per affinare hardware e software, questi robot sono ora pronti ad entrare in servizio a pieno regime, per semplificare la vita dei passeggeri che transitano nell'aeroporto coreano. Nella vecchia Europa chissà quando assisteremo a servizi di questo tipo, ma si tratta senz'altro di un assaggio di un futuro non troppo remoto, che prima o poi vivremo anche noi.

Via: Engadget
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