Bufera Samsung: richiesta di arresto per il vicepresidente Samsung (aggiornato)
Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electronics, capo del Samsung Group ed erede del colosso, nel mirino dell'autorità sudcoreanaL'indagine portata avanti dalle autorità della Corea del Sud sul caso di tangenti e corruzioni, che qualche settimana fa ha portato all'impeachment della presidente Park Geun-hye, si sposta adesso su Samsung. È infatti stata emessa una richiesta di arresto per Lee Jae-yong.
Lee Jae-yong è una delle figure più importanti del colosso dell'elettronica di consumo. Ricopre infatti la carica di vicepresidente di Samsung Electronics ed è inoltre il diretto erede di Lee Kun-hee, presidente dell'azienda che dal 2014 ha abbandonato il ruolo per problemi di salute. L'accusa, che ha portato alla richiesta di un mandato di arresto, è quella di aver emesso, più o meno direttamente, tangenti per 34 milioni di dollari.
La cifra sarebbe stata indirizzata verso aziende e fondazioni di Choi Soon-sil, persona intorno cui ruota lo scandalo molto vicina alla presidente Park Geun-hye, per guadagnare influenza sul governo.
Per ora l'arresto deve ancora essere convalidato, la decisione si terrà il prossimo 18 gennaio, ma gli inquirenti sembrano avere le idee chiare: "Crediamo che ci sia stata un'illecita richiesta da parte di Samsung per facilitare gli affari legati alla successione familiare".
L'arresto del VP Samsung e l'imputazione di altri dirigenti dell'azienda servirà a fare chiarezza, ma non arriva certamente in un buon momento, ossia a ridosso del danno economico e d'immagine subito dal ritiro di Note 7. Per ora Samsung non ha rilasciato dichiarazioni.
Dopo un attesa di 14 ore, il tribunale di Seul ha decretato che non è necessario l'arresto e la detenzione di Jay Y. Lee. Il mandato di arresto non è quindi stato concesso e il dirigente Samsung è stato così scarcerato.
Economisti, analisti ed enti come la Korea Chambers of Commerce e la Korea Employers Federation si stanno schierando contro le misure contro Lee, che dirige uno pilastri dell'economia coreana. L'indagine andrà comunque avanti.
Ad un mese di distanza, Lee Jae-yong è stato interrogato per oltre 15 ore. Alle luci delle rivelazioni è stato emesso una nuova richiesta di arresto. Starà nuovamente alla corte decidere se confermare o meno l'arresto del dirigente.
Il procuratore speciale dietro l'indagine conferma che, passando da Choi Soon-sil, il VP di Samsung Lee Jae-yong avrebbe fatto arrivare tangenti alla presidente Park Geun-hye. Lo scopo, spiega l'inquirente, sarebbe stato quello di consolidare il ruolo dell'erede sull'azienda e di approvare manovre finanziarie a rimessa. Le parti accusate continuano a dichiararsi innocenti e spiegano che l'evoluzione dell'indagine lo proverà.