SiME Smart Glass, versione low cost dei Google Glass (foto)

Leonardo Banchi
Leonardo Banchi
SiME Smart Glass, versione low cost dei Google Glass (foto)

Iniziamo con una premessa: nessun prodotto, per quanto unico, a basso costo, innovativo o quant'altro, fa bella figura quando alla sua presentazione viene tenuto insieme da dello scotch. È quanto successo al Computex ai SiME Smart Glass di ChipSip, compagnia Taiwanese, che si pongono in diretta concorrenza dei Google Glass, ma proponendo un ben più basso prezzo di 500$.

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Il prezzo sembra in effetti imbattibile (per quanto ancora alto per una diffusione di massa), dato che è esattamente un terzo di quanto costerebbero gli occhiali di Google, ma a pagare è la qualità costruttiva, che pare non essere delle migliori, oltre alle funzionalità che, presenti nella versione ufficiale, non compaiono in questa concorrente: mancano ad esempio i comandi vocali, per cui non sarà possibile controllare il dispositivo pronunciando una frase simile a "Ok Google".

Gli occhiali, equipaggiati con Android 4.2.2, dovranno quindi essere controllati usando il touchpad laterale, che però non sembra essere di buona qualità, costringendo l'utente a uno sforzo frustrante per selezionare l'opzione desiderata sul display: schermo a 720p che invece sembra un gradino sopra il resto dell'hardware.

L'altro grosso punto a sfavore è l'interfaccia: a differenza dei Google Glass, che utilizzano un'interfaccia personalizzata per facilitare le operazioni su dispositivi di questo tipo, i SiME Smart Glass sono basati su quella stock di Android. Avrete dunque a che fare con l'intero elenco di applicazioni, e un'estetica pensata per smartphone, troppo complessa per questo metodo di fruizione.

In conclusione, i SiME Smart Glass hanno ancora molta strada da fare, e sebbene sia certamente un fattore positivo che questi dispositivi si stiano orientando verso un prezzo più accessibile a tutti, si tratta comunque di una strada che non può funzionare se l'esperienza d'uso viene compromessa. Speriamo quindi in una loro futura evoluzione, che possa migliorare le carenze presenti e portare al grande pubblico gli occhiali intelligenti.

VIA: Engadget