Supercomputer passa il test di Turing fingendosi un adolescente

Leonardo Banchi
Leonardo Banchi
Supercomputer passa il test di Turing fingendosi un adolescente

Da quando è stato postulato dal matematico inglese, il test di Turing è l'obbiettivo finale di chiunque progetti un'intelligenza artificiale: crearne una così verosimile da non poter essere distinta da un'intelligenza umana.

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Per superare tale test, infatti, un computer deve riuscire a convincere un pool di giudici che le risposte alle loro domande, inserite in un dialogo tramite chat, provengano da un essere umano: nessuna macchina, nei 64 anni di esistenza di questo testo, era mai riuscita nell'intento, fino ad oggi. Un supercomputer, programmato da Vladimir Veselov e Eugene Demchenko, è riuscito a convincere più del 33% dei giudici (soglia comunemente considerata per il superamento del test) di essere Eugene Goostman, un ragazzo ucraino di 13 anni.

Stiamo dunque vivendo una data da segnare nella storia dell'informatica? Forse. Sicuramente, il superamento di questa prova pone degli interrogativi per il futuro, e apre molte strade finora inimmaginabili: chi potrà dirci, ad esempio se quando contattiamo un servizio di assistenza via chat staremo parlando con un essere umano o un computer?

Dall'altra parte, bisogna evidenziare che non è la prima volta che qualcuno proclama di aver superato il test di Turing, solo per essere smentito in futuro.

In questo caso, ad esempio, ci sono state sicuramente delle variabili che hanno influito sul giudizio dei giudici: la scelta del personaggio, un ragazzo un po' saccente e di nazionalità estera, ha probabilmente aiutato a far passare in secondo piano l'onniscenza tipica di un computer e eventuali errori nella costruzione delle frasi.

Ciononostante, il primo risultato positivo di un computer su domande aperte, e senza limitazione di argomenti, fa riflettere sull'evoluzione in atto, e anche se siamo ancora lontani dalla futuristica società in cui uomini e macchine convivono allo stesso livello, dopo notizie così non possiamo fare a meno di far correre l'immaginazione.

VIA: Engadget