Killing Floor: Incursion – La violenza, quella terapeutica (recensione VR)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Killing Floor: Incursion – La violenza, quella terapeutica (recensione VR)

Recensione Killing Floor: Incursion – La strategia vincente per avvicinare i restii alla realtà virtuale? Tirare fuori dal cilindro un'esca, magari uno spin-off in VR del loro videogioco preferito, proprio come questo Killing Floor: Incursion. Ecco la nostra recensione.

Editore Tripwire Interactive
Sviluppatore Tripwire Interactive
Piattaforme PSVR, Oculus Rift, HTC Vive
Genere Sparatutto
Modalità di gioco Singolo giocatore, multigiocatore
Lingua Inglese
Prezzo e acquisto 29,99€ (PS4) | 26,99€ (Steam)

Realtà neuro-virtuale


Da Killing Floor, questo Incursion prende il giusto senza strafare, e lo reinterpreta in una salsa che non avevamo ancora avuto il piacere di assaggiare nella nota saga, che si è sempre distinta nel panorama degli sparatutto cooperativi in soggettiva e ad ondate.

Quello per la realtà virtuale invece è uno spin-off minimamente derivativo, che segue il più classico sentiero lineare, di stampo avventuroso e con un pizzico di storia che male non fa, dove i livelli presentano sparatorie su sparatorie, e una manciata di enigmi alquanto elementari, studiati più che altro per spezzare l’eventuale monotonia della giocabilità.

L’unica configurazione di controllo disponibile contempla l’utilizzo di due PlayStation Move: presente all'appello sia il sistema a teletrasporti che il movimento libero, e uno non blocca l’accesso dell’altro, in modo tale da metterli entrambi alla propria mercé.

Non chiedetegli però della narrativa di spicco, perché questa veste un ruolo così secondario da essere quasi impercettibile, ma almeno può dire di esserci, a differenza dei capitoli originali, del tutto privi di una reale trama. Anzi, a voler essere precisi, Incursion sfoggia anche finali multipli, che sapranno pure stupirvi genuinamente. Per la cronaca, la lingua italiana manca, e non c'è l'ombra dei sottotitoli neppure in inglese. Non se ne sente il bisogno dato il genere, ma è comunque un peccato che non ci siano.

Vivrete dunque una sorta di neuro-simulazione nella quale l’obiettivo sarà quello di infiltrarsi in un database della Horzine Corporation, al fine di conoscere il responsabile della minaccia Zed, delle spaventose creature dalle fattezze zombie che hanno messo in ginocchio il genere umano.

La soluzione ha permesso al team di farvi viaggiare in ambientazioni molto diverse tra loro nel più breve tempo possibile, e non si può certo dire che l’offerta manchi di varietà estetica, da cui l’avventura estrae un buon assortimento di situazioni, che spaziano dall'orrore di una fattoria infestata, all'azione più ignorante nel laboratorio della stessa Horzine.

La resa visiva sa difendersi bene e raggiunge spesso e volentieri picchi di qualità, se non fosse per la presenza perenne di una manciata di seghettature qua e là, che sporcano l’immagine.

In virtù della brevità delle trovate, si percepisce della sana varietà, consona al tipo di esperienza: sia chiaro, nella maggior parte dei casi si spara a più non posso, ma lo si fa con un arsenale di tutto rispetto, ottenuto in un ritmo ideale. Eppure, certe fasi meritavano un maggiore approfondimento, o, meglio, avremmo preferito si ripetessero e si evolvessero durante l’epopea, con l’ottica di aumentare la longevità, che non supera le tre ore complessive.

Da una breve sequenza di difesa, armati di fucile di precisione, ad una minuta parentesi all'interno di una casa infestata, Incursion getta nel calderone momenti spassosi, sprazzi talvolta superficiali, ma indubbiamente coinvolgenti.

Gran parte del divertimento, comunque, deriva dal suo sistema di controllo: oltre ad essere intuitivo, l'utilizzo delle armi emana una gioia indescrivibile grazie alla fisica conferita agli impatti e ai conseguenti suoni.

Un fucile a pompa spappola gli Zed in mille pezzi, i cui brandelli potranno essere raccolti e utilizzati come armi corpo a corpo.

Al netto di qualche pecca relativa all'eccessiva sensibilità dovuta all'impugnatura delle asce e dei fucili, i quali richiedono l’impegno di due mani (c’è chi ha fatto di meglio in tal senso), la giocabilità vanta un’incredibile fisicità, con la quale offre un'azione frenetica e appagante, come ogni sparatutto che si rispetti.

Si possono poi riporre le pistole sui fianchi, e le armi più pesanti sulla schiena (asce incluse), anche se non è il massimo della comodità, motivo per cui potrete lasciar cadere una qualsiasi dotazione sul terreno per farla materializzare al proprio posto, senza dover combattere contro le rispettive fondine.

D’altro canto, le tipologie di nemici sono le stesse viste nei giochi principali, e così sono i loro comportamenti, dato che si limitano a venirvi addosso. C’è da dire che la mole numerica di queste bestialità è notevole e trovare un punto dal quale sparare, privi del rischio di essere colpiti alle spalle, ha un suo lieve spessore strategico.

Per quanto riguarda l’offerta contenutistica, la campagna non solo è rigiocabile sotto un secondo livello di difficoltà più impegnativo (Hardcore), ma l’intera avventura può essere affrontata con un amico, anche tramite matchmaking. Purtroppo in più della metà delle partite da noi giocate in cooperativa vigeva una latenza che superava la soglia del tollerabile. Chi ospita la partita deve necessariamente dotarsi di una connessione stabile, altrimenti l'altro utente non potrà giocare in modo quantomeno agevole, ma abbiamo comunque notato dei piccoli singhiozzi nel net-code anche nel migliore dei casi.

A chiudere il pacchetto ci pensa la modalità Holdout, una classica orda in cui bisognerà resistere alle ondate di Zed: le armi vengono erogate regolarmente da apposite pedane sparse nelle mappe, le quali non sono altro che le interpretazioni dei livelli già visti nella campagna, in aggiunta ad una esclusiva temporale per PSVR (quella raffigurata qui sopra).

Giudizio Finale

Recensione Killing Floor: Incursion – Giudizio Finale – Killing Floor: Incursion è uno sparatutto immersivo e delizioso, dalla grande giocabilità e dal divertimento garantito.

La sua indole dal sapore sbrigativo e la latenza che di tanto in tanto alberga nelle partite online non gli permettono di varcare la porta dell'olimpo della realtà virtuale, ma la permanenza nelle braccia (smembrate) degli Zed sa essere dannatamente divertente.

PRO CONTRO
  • In co-op, il divertimento raddoppia...
  • Sparatorie viscerali, entusiasmanti
  • Livelli e situazioni abbastanza varie
  • Buon controllo di armi e movimenti
  • ... quando tutto funziona come dovrebbe, vista la latenza
  • Alcune trovate sfruttate solo a metà

Recensione Killing Floor: Incursion – Trailer

Recensione Killing Floor: Incursion – Screenshot