Last Day of June – Emozioni senza volto anche su Switch (recensione)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Last Day of June – Emozioni senza volto anche su Switch (recensione)

Recensione Last Day of June – Il florido panorama dei porting su Switch si è appena arricchito di una nuova perla: signore e signori, l’incantevole Last Day of June sbarca sull'ibrida di Nintendo. Ne parliamo ancora una volta più che volentieri, ma non prima di aver preso un altro pacco di fazzoletti.

Editore 505 Games (Digital Bros)
Sviluppatore Ovosonico
Piattaforme Switch, PS4, PC Windows
Genere Avventura
Modalità di gioco Singolo giocatore
Lingua Italiano
Prezzo e acquisto 19,99€ (Switch)

Si può cambiare il destino?

Cosa dire che non sia già stato detto su Last Day of June? Dovreste ormai sapere già tutto, soprattutto dopo l’intervista fatta in quel di Milano a nientemeno che Massimo Guarino, la mente dietro al progetto. Uno scambio di domande e risposte sinceramente interessante, condensate in un articolo pubblicato in seguito alla recensione completa firmata da Lorenzo, nella quale ammetteva di aver pianto non una, ma ben due volte.

Il nostro Delli nazionale ha il pianto facile? Non direi proprio: i titoli basati sulle emozioni sono viaggi intimi e, in quanto tali, colpiscono in modo differente, a seconda della sensibilità di ciascuno di noi.

Ciò che è oggettivo sta nell'indiscutibile qualità di una creatura del calibro di Last Day of June, un esempio innovativo di narrativa animato in una maniera originale, e che non ha nulla da invidiare all'industria dei film d’animazione.

Per chi non la conoscesse affatto, l’avventura di Ovosonico parla della forza dell’amore, delle relazioni, e ci cala nei panni di Carl, poco prima della disgrazia che lo colpirà: un incidente d’auto porta con sé la sua compagna, June, e lo costringe a vivere sulla sedia a rotelle.

Sembrava tutto perduto, finché il buon Carl, una sera come un’altra, scopre che i vecchi dipinti di June hanno un ché di magico. Spicca dunque una componente sovrannaturale, ma le emozioni sono vere, illustrate con uno stile decisamente particolare: non esistono espressioni facciali, non esistono dialoghi veri e propri, non esistono nemmeno parole.

Ogni forma di interazione tra i personaggi è composta da versi incomprensibili, mugugni con i quali il gioco cerca di darvi l’illusione di frasi di senso compiuto: potreste intendere questa scelta come un controsenso visti i temi trattati, eppure il gioco riesce a farli arrivare, proprio per merito delle animazioni, che donano al tutto una grande espressività, accompagnata dalle note del musicista britannico Steven Wilson.

La nota dolente della produzione risiede più che altro sulla componente videoludica, limitata ad una serie di enigmi non particolarmente brillanti, spezzati da azioni contestuali piuttosto lente, che spesso e volentieri si ripetono per esigenze narrative. Bisogna avere un pelino di pazienza per entrare nella sua armonia, nemmeno troppa in realtà: del resto, l’avventura si conclude nell'arco di tre ore circa, un tempo nel quale il gioco è capace di dire tutto ciò che voleva e aveva da dire.

Riguardo alla versione Switch, l’unica, palpabile innovazione sta nella possibilità di poter affrontare il gioco in modalità tablet con l’ausilio dell’immancabile HD Rumble, il quale, in certe situazioni, dona più tangibilità alle scene.

Purtroppo, però, per vivere sull'hardware della poliedrica di Nintendo, il comparto tecnico ha subito un duro colpo: i caricamenti sono abbastanza lunghi e, soprattutto, la fluidità lascia davvero a desiderare, tanto-ché i fotogrammi al secondo si attestano sotto la soglia accettabile dei trenta.

Quando si cerca di regolare la telecamera, poi, compaiono dei singhiozzi fastidiosi, sia su portatile che sulla dock.

In più, la definizione dà spazio a sprazzi di scalettature che sporcano l’immagine: fortunatamente, la splendida direzione artistica, assolutamente carismatica, regge queste pecche con disinvoltura, e trova nella modalità tablet l’esperienza migliore. Continuiamo, tuttavia, a sperare in una patch correttiva imminente.

Giudizio Finale

Recensione Last Day of June  Giudizio Finale – Last Day of June è una splendida avventura da giocare in silenzio, isolati, senza caos tra i piedi, senza gente in stanza, magari al buio e con un buon paio di cuffie. La versione per Switch, a malincuore, fa storcere il naso, perché paga le conseguenze di un lavoro fatto a metà. Dovrete imparare a convivere con qualche scatto di troppo per poter vivere un viaggio virtuale capace di lasciare il segno, che su altre piattaforme dà il meglio di sé.

PRO CONTRO
  • Direzione artistica divina
  • Intimo, dolce, incantevole
  • In modalità tablet, con le cuffie, ha il suo fascino
  • Fluidità problematica
  • Caricamenti esagerati
  • Alcuni passaggi un po' lenti e ripetitivi

Recensione Last Day of June – Trailer

Recensione Last Day of June – Screenshot

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