Max: The Curse of Brotherhood – Da Xbox One... a Nintendo Switch (recensione)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Recensione Max: The Curse of Brotherhood – Nessuno può negare che Nintendo Switch sia effettivamente un terreno florido e lussureggiante per i porting. Del resto, a prescindere dall'utilità dell’atto in sé, c’è un indissolubile fascino nel giocare in portatilità, invece che sul divano di casa.

Proprio Max: The Curse of Brotherhood spunta tra gli ultimi arrivati, e sembra che su Switch sia sempre esistito: si tratta di un platform pensato inizialmente come esclusiva Xbox One, che emana un’atmosfera a-là-Pixar da leccarsi i baffi. Vediamo come si è comportata l’edizione per l’ibrida di Nintendo sotto il nostro torchio.

Editore Microsoft Studios, Stage Clear Studios
Sviluppatore Press Play (Flashbulb Games), Stage Clear Studios
Piattaforme Switch, PS4, XB1, X360, PC
Genere Platform
Modalità di gioco Singolo giocatore

Video Recensione Max: The Curse of Brotherhood

I concetti espressi nei paragrafi di questo articolo sono racchiusi nel video a seguire, che include spezzoni tratti dalla versione per Nintendo Switch.

Poveri secondogeniti

Avete mai provato a digitare su Google "come far scomparire mio fratello”? Bene, allora non fatelo per nessuna ragione al mondo. Il motivo è presto detto: Max: The Curse of Brotherhood ci sbatte in faccia la dimostrazione empirica che un PC portatile e una connessione ad Internet possono avverare una semplice ricerca: non a caso, ne ha pagato le conseguenze il piccolo Felix, il fratellino del nostro protagonista Max, risucchiato in un vortice che lo ha spedito dritto in un mondo misterioso.

Con un solo pennarello magico nel taschino, il coraggioso Max dovrà rimediare al suo (apparente?) errore, in un’avventura a metà strada tra il tipico gioco di piattaforme bidimensionale e quello pregno di enigmi basati sulla fisica. Gran parte delle meccaniche si concentrano proprio sul pennarello a cui accennavamo poc'anzi, in quanto sarà possibile modificare alcuni elementi specifici dell’ambiente allo scopo di superare sezioni altrimenti insormontabili.

Chiaramente, come in altri titoli prima di questo, la morte fa da lezione al giocatore, anche perché Max perde i sensi subendo un solo colpo: tuttavia, i caricamenti sono ridotti all'osso, i punti di controllo risultano essere ben piazzati, e ritornare in campo è solo una questione di pochissimi secondi, quasi impercettibili, in una curva di difficoltà capace di garantire una sfida bilanciata.

A condire il tutto c’è un sapiente utilizzo della telecamera che va a valorizzare ogni scena, a seconda della sua importanza: dai campi lunghi agli inseguimenti, ciascuna fase si collega all'altra in un viaggio eterogeneo e armonioso, dove la dinamica del pennarello si arricchisce attraverso nuovi poteri con lo scorrere delle ore, per un totale di circa sette totali, almeno se si sceglie di affrontare solo la storia, senza badare troppo ai collezionabili.

La portatilità Nintendo Switch poi offre una nuova dimensione alla giocabilità, che i conoscitori di Max: The Curse of Brotherhood avranno sicuramente già intuito. Se sulla dock l’avventura si gioca alla stessa maniera delle altre versioni, in modalità tablet è possibile attivare il pennarello magico sia premendo il grilletto corrispondente, sia toccando lo schermo tattile, una soluzione, oltre che comoda, molto più vicina allo spirito e al ritmo del gioco, benché l’avventura sia stata costruita per essere usufruita sullo schermo della TV.

L’unico elemento che desta perplessità risiede nel comparto tecnico, che su Switch purtroppo ha subito dei dovuti ridimensionamenti. La resa visiva, seppur alle volte meravigliosa, è impelagata da una risoluzione visibilmente più bassa rispetto a quella vista su Xbox One. Si fa meno caso alla sfocatura in modalità portatile, dove, invece, spiccano dei cali di fluidità quando la telecamera si allontana troppo dal personaggio per mostrare le ambientazioni, ma fortunatamente si tratta di casi sporadici: il frame-rate, in ogni caso, è stato dimezzato rispetto alla controparte originale, attestandosi sui circa 30 fotogrammi al secondo.

I filmati d’intermezzo invece sono splendidi e sembrano far parte di un film d’animazione vero e proprio, benché i sottotitoli in italiano talvolta non siano sincronizzati in modo perfetto col doppiaggio, nella sola lingua inglese. L’ultima nota la dedichiamo al prezzo, di soli 14,99€, con una demo disponibile, pronta a stroncare sul nascere eventuali dubbi.

Giudizio Finale

Recensione Max: The Curse of Brotherhood Giudizio Finale – Max: The Curse of Brotherhood è un’ottima aggiunta al catalogo di Nintendo Switch, una di quelle che consigliamo come abbiamo sempre consigliato il gioco in sé, che rimane ancora oggi una piccola gemma della scena platform. Narrativa (fatta perlopiù di simpatici sketch) e struttura ludica si intrecciano per creare un’avventura tanto dolce quanto divertente che, eccezion fatta per qualche magagna visiva, risulta godibilissima anche sull'ibrida di Nintendo.

PRO CONTRO
  • Ritmo serrato e vario, che mischia sapientemente platform e rompicapo
  • Lo schermo tattile aggiunge una dimensione nuova alle meccaniche
  • Stile adorabile
  • Qualche fastidiosa magagna visiva e tecnica

Recensione Max: The Curse of Brotherhood – Trailer

Recensione Max: The Curse of Brotherhood – Screenshot

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