In Rangi... ti arrangi (recensione VR)

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
In Rangi... ti arrangi (recensione VR)

Recensione Rangi – La realtà virtuale estrania dalla realtà, quella vera, quella reale. E sapete? Ogni tanto è bello. È bello prendersi un momento per se stessi, da soli, ed immergersi nei mondi che non esistono. Rangi, ad esempio, vanta un universo costruito sulla base del folclore del continente africano. Vediamolo nella nostra recensione.

Editore Digigo Games
Sviluppatore Funsoft
Piattaforme PSVR, Oculus Rift, HTC Vive, Gear VR
Genere Rompicapo
Modalità di gioco Singolo giocatore
Lingua Inglese
Prezzo e acquisto 9,99€ (PSVR)

Sciamano dello shimano

Che vi sia una scarsa presenza di esperienze rilassanti sulla realtà virtuale è un dato di fatto, e, non a caso, Rangi mira a sedersi proprio su quella poltrona vuota. Si tratta di un viaggio tra l’architettura e la musica tribale, segmentato in livelli al cui interno dimorano rompicapo ambientali. Questi enigmi si basano sostanzialmente sul collegare delle linee d’energia spostando delle piastrelle di pietra: una volta unite, queste andranno ad attivare delle porte, consentendovi di procedere nell'avventura.

Ci si muove nello spazio solo in posti specifici attraverso il teletrasporto, con la rotazione della visuale purtroppo relegata al solo metodo a scatti, che richiede pure una minima pausa tra un movimento rotatorio e l’altro.

Il sistema di controllo supporta però sia il Dualshock che PlayStation Move, a seconda delle vostre preferenze. In entrambi i casi, bisogna essere estremamente precisi nel manovrare le mattonelle, data la sensibilità eccessiva di spostamento. Fortunatamente, i punti d’interesse nei quali è possibile teletrasportarsi sono piazzati in maniera intelligente, permettendovi di avere (quasi) sempre una buona visuale d’insieme.

Ed è proprio l’atto dell’osservare a reggere il divertimento, spingendo il giocatore a studiare, a capire i vari collegamenti delle linee. Se nelle prime battute il livello di sfida sembra quasi inesistente, ben presto le cose si faranno più complicate, in una curva di difficoltà dolce, che accompagna e che non lascia il giocatore in balia del pericolo in modo brusco.

Di enigma in enigma, si percepisce gradualmente l’aumento di complessità, la quale sfodera anche delle fasi in cui sarà necessario improvvisarsi rocamboleschi avventurieri, data la presenza di trappole che mettono al tappeto con il solo contatto.

Sebbene il cambio di ritmo sia effettivamente molto gradito, specie per la varietà, l’assenza di punti di controllo fa di queste sezioni un’aggiunta alle volte frustrante, tanto è vero che il gioco, all'ennesima morte, vi chiederà di saltare il livello e di passare al successivo. La cosa si palesa anche nei livelli più avanzati, e dunque più lunghi, dove una banale lama rotante potrebbe toccarvi e farvi ritornare all'inizio dell’area, azzerando i progressi dell’enigma.

D’altra parte, siamo comunque dinanzi ad un prodotto fascinoso, che sa distinguersi in special modo per la sua grazia: lo stile è, sì, semplicissimo, composto perlopiù da forme elementari e da texture uniformi, eppure riesce a trasmettere un senso di calma così piacevole da mettere di buon umore. Per non parlare delle musiche, azzeccatissime, dei motivetti primitivi squisiti, molto diversi da ciò che siamo soliti ascoltare, in un pacchetto che offre almeno tre ore di contenuti, che non si riducono ai soli puzzle, offrendo anche collezionabili e un paio di momenti d’impatto.

Giudizio Finale

Recensione Rangi  Giudizio Finale – L’immaginario tribale viene dipinto in Rangi con enigmi gradevoli, supervisionati da una curva di difficoltà attenta, che non sacrifica la sfida. Con qualche accorgimento in più, nei comandi e nella stesura dei punti di controllo, l’esperienza ne avrebbe giovato in comodità e piacevolezza, che rimane comunque consigliata agli amanti del genere, visto il prezzo invitante di 9,99€.

PRO CONTRO
  • L'ambientazione tribale è inebriante
  • Enigmi ben congegnati
  • Prezzo esiguo
  • Trappole frustranti
  • Controlli rigidi

Recensione Rangi – Trailer

Recensione Rangi – Screenshot