Yakuza 0 – Gomorra giapponese (recensione)

Vienet' a piglià 'o perdono
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Recensione Yakuza 0 – Il Giappone del 1988 è uno scenario di grande sviluppo economico per il paese del Sol Levante che, guarda caso, coincide con l’origine, almeno da un punto di vista narrativo, di una saga con ormai più di dieci anni sul groppone.

La serie si chiama semplicemente Yakuza, e probabilmente non ne avete mai sentito parlare. Non c’è da biasimarvi: d'altronde, l’unico capitolo localizzato nella nostra lingua è stato il primo, pubblicato sulla leggendaria PlayStation 2 nel lontano 2006.

Quello di cui vi parleremo oggi, tuttavia, è l’episodio 0: il punto di partenza, la genesi che SEGA ha deciso di raccontare in un videogioco esclusivo su PS4 (almeno in Europa), dove la lingua italiana, purtroppo, è stata dimenticata ancora una volta. È anche vero che vederlo in vendita sugli scaffali, chiaramente qui da noi, rappresenta già un grande traguardo, quindi non lamentiamoci troppo e andiamo a scoprire Yakuza 0, insieme, con la nostra recensione completa.

Publisher SEGA
Sviluppatore SEGA
Piattaforme PS4
Genere Avventura, picchiaduro a scorrimento
Modalità di gioco Singolo giocatore, Multi giocatore (minigiochi)

Video Recensione Yakuza 0

I concetti espressi nei paragrafi di questo articolo sono racchiusi nel video a seguire, che include spezzoni tratti dalle nostre sessioni di gioco su PS4 Pro.

Due facce, una medaglia

Partiamo dalle basi: Yakuza 0 non è un titolo per tutti. Certo, è il punto dal quale tutto ha inizio, e non esiste occasione migliore per diventare fan della saga se non quella che vi si sta parando proprio ora davanti agli occhi. Tuttavia, la commistione di generi a cui il gioco in questione appartiene è un miscuglio davvero atipico, che difficilmente permette giudizi al di fuori dell’amore e dell’odio.

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Stiamo parlando di un videogioco che quasi trascende il concetto stesso di interazione per narrare una storia attraverso filmati e dialoghi di una lunghezza spropositata, che costituiscono un intreccio da far invidia persino ad un libro in quanto a dettagli.

Yakuza 0 vorrebbe essere definito un picchiaduro a scorrimento, perché effettivamente questa ritrae al meglio la sua parte giocata, ma in realtà è una grande storia contornata da tante attività collaterali, molte delle quali slegate dal gioco stesso. La trama infatti ruota attorno a due personaggi, Kazuma Kiryu e Goro Majima, ciascuno caratterizzato da motivazioni profondamente diverse l’una dall’altra, sebbene entrambi siano invischiati in una guerra sia civile, almeno in un certo senso, che tra famiglie rivali.

In particolare, il filone di Kiryu si focalizza primariamente su una indagine di stampo giudiziario privato, in virtù del fatto che il giovane protagonista verrà accusato ingiustamente di un omicidio che in realtà non ha mai commesso. A ciò, viene contrapposta la figura di Goro, il direttore di uno dei più grandi cabaret di Osaka che fa del servizio clienti la sua forza principale, manco fosse Amazon: tuttavia, il locale è solo una gabbia nella quale è costretto a stare per colpa del suo passato burrascoso, tanto ché gli sarà presto offerta la possibilità di redimersi dagli sbagli commessi, quando faceva parte della famiglia Shimano Gumi: peccato che il prezzo da pagare sarà ben più alto di una qualsiasi somma che possiate mai immaginare.

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Ci fermiamo qui, anche perché i primi, veri risvolti narrativi avvengono dopo diverse ore di gioco, e non vogliamo in alcun modo rovinarvi la sorpresa prima del dovuto ma, come è facile supporre, le due storie andranno poi ad intersecarsi, realizzando così un intreccio pieno zeppo di personaggi ben caratterizzati, aiutati da espressioni facciali davvero ben fatte, che aiutano a valorizzare la credibilità delle motivazioni per le quali agiscono.

Vieni al dunque

È un dramma vero e proprio quello illustrato da Yakuza 0, che sceglie le modalità di narrazione classiche per essere raccontato, lasciando in disparte l’interattività. Le scene d’intermezzo, infatti, sono molto lunghe e spesso vi ritroverete a lasciare il controller per, appunto, l’eccessiva lunghezza: di per sé ciò non sarebbe un grave problema, se non fosse che i dialoghi spesso si protraggono per interi minuti senza puntare al nocciolo della questione, risultando inutilmente prolissi. Queste situazioni, poi, tendono ad accavallarsi, cosa che provoca inevitabilmente problemi di ritmo.

D’altro canto, il gameplay si basa su combattimenti molto semplici, che non richiedono chissà quali strategie per essere completati: ogni protagonista dispone di diversi stili di lotta, intercambiabili al volo, con cui è possibile inanellare combo differenti e caricare l’apposita barra speciale, per poi compiere mosse a dir poco spettacolari, che cambiano a seconda della posizione e dell’oggetto impugnato.

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Per quanto possa risultare divertente sulle prime battute, il sistema di combattimento risulta essere un po’ legnoso, contornato da un’intelligenza artificiale arcaica che tende alla monotonia dell’azione.

Si è desiderosi di menare le mani più per spezzare le fasi di storia che per l’effettiva bontà delle sequenze, che comunque, tutto sommato, rimangono godibili se prese per quello che sono, specie grazie all'ampia progressione del personaggio.

Sarete in grado di potenziare ogni singola sfaccettatura del vostro alter ego virtuale utilizzando i cosiddetti CP, ottenuti completando specifici incarichi, e spendendo denaro, guadagnabile sconfiggendo criminali per strada, o tramite altre attività, come, ad esempio, i minigiochi gestionali che sbloccherete col procedere dell’avventura, uno per Kiryu, l’altro per Goro.

Malavitosi al karaoke

C’è una grossa parentesi da aprire in merito ai compiti extra, perché l’offerta è farcita con decine e decine di incarichi secondari dalle sotto trame talvolta bizzarre, intere sala giochi con tanto di classici del passato pronti per essere spolpati, locali adibiti al karaoke, alla danza, al biliardo e alle freccette, e la vostra voglia di esplorazione sarà costantemente appagata dalle assurdità che verranno a galla.

Il perno su cui posa l’esperienza, tuttavia, rimane sempre la storia, vera protagonista di un’avventura strutturalmente ripetitiva e dipendente dal coinvolgimento narrativo, che non esiterà ad arrivare, purché abbiate la pazienza di seguire le vicende scendendo a patti con un aspetto ludico sacrificato, e una certa verbosità degli intermezzi.

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Concludiamo l’analisi con uno sguardo sul comparto visivo che, pur essendo figlio di una operazione di porting (il gioco è uscito originariamente su PS3, solo in Giappone), riesce a regalare delle soddisfazioni. I quartieri giapponesi sono caratterizzati da una quantità di dettagli talvolta maniacali, in particolar modo di notte, quando le coloratissime insegne degli esercizi commerciali si accendono, creando un’atmosfera in cui perdersi dentro. Fare visita ai negozietti che vendono oggetti tra armi, cibo, accessori e tanto altro è sempre un piacere, proprio perché i particolari riprodotti sulle merci esposte trasudano attenzione da tutti i pori.

Sia chiaro che siamo lontani dagli standard odierni, soprattutto se si va ad esaminare la qualità delle animazioni spesso innaturali, contornate da molte texture visibilmente in bassa risoluzione accompagnate, a loro volta, da frequenti fenomeni di compenetrazioni poligonali e barriere invisibili, ma il lavoro di rimasterizzazione ci ha convinto, coadiuvato da un doppiaggio in giapponese molto convincente, seppur incomprensibile alle nostre orecchie, e da una colonna sonora sempre congrua all'azione a schermo.

Giudizio Finale

Recensione Yakuza 0 Giudizio Finale – Yakuza 0 è come un cioccolatino, uno di quelli ricoperti da uno strato spesso, duro e dolciastro che, una volta rotto, rilascia una crema dal sapore così particolare che potrebbe farvi impazzire di gioia. Tra questi potreste esserci anche voi, ma attenzione: non si tratta di elitarietà dell’esperienza, quanto piuttosto di scelte di design rigide che, giustamente, non tutti riusciranno a digerire. L’assenza della lingua italiana di certo non aiuta, ma di sicuro quella di Yakuza è una saga che merita attenzione anche qui in Italia, un interesse che questo episodio 0, realisticamente, nemmeno si preoccupa di stimolare, rimanendo fedele a stilemi che necessiterebbero di una svecchiata. Tuttavia, non badate troppo al voto: se l’idea rientra nelle vostre corde, prendetelo in seria considerazione.

PRO CONTRO
  • Intreccio narrativo superbo, pieno di momenti intensi...
  • Una secchiata di attività secondarie, per una longevità alle stelle
  • Si respira il Giappone da ogni angolo
  • ... che talvolta sfociano in dialoghi inutilmente prolissi
  • Ritmo altalenante
  • Combattimenti legnosi

Recensione Yakuza 0 - Trailer

Recensione Yakuza 0 - Screenshot