Yooka-Laylee – Sindrome di Peter Pan (recensione)

2017 is the new anni '90. Lo abbiamo già detto?
Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri

Recensione Yooka-Laylee – Quando si è piccoli, si vuole diventare grandi, e quando si diventa adulti, si vuol ritornare bambini: il ciclo della vita da cui non si può scappare. Non possiamo fare altro che conviverci, senza mai dimenticare che il fanciullo che è in noi, qualche volta, va risvegliato. Non vorrete mica farlo dormire per sempre, no?

E se da piccoli amavate i platform, quelli pieni zeppi di colori e oggetti da raccogliere, allora andate a comprare subito Yooka-Laylee, perché semplicemente non è un gioco per bambini, ma un prodotto fatto apposta per risvegliare il bambino che è in voi, un titolo che vive di nostalgia e nella nostalgia continuamente. Non vi abbiamo ancora convinti? Benissimo: gustatevi la nostra recensione.

Editore Team 17
Sviluppatore Playtonic Games
Piattaforme PS4, XB1, PC, Switch (entro 2017)
Genere Platform, azione
Modalità di gioco Singolo giocatore, multigiocatore (locale)

Video Recensione Yooka-Laylee

I concetti esposti nei paragrafi a seguire li trovate anche nella videorecensione, accompagnati dai filmati tratti dalle nostre sessioni di gioco su PS4 Pro.

Irrefrenabile disposofobia

Yooka-Laylee nasce da una campagna Kickstarter finanziata con successo, intrapresa da alcune delle menti dietro allo sviluppo di Donkey Kong Country e Banjo-Kazooie, riunite sotto un’unica causa, Playtonic Games.

Non a caso, questo vivacissimo titolo si pone come il seguito spirituale per la saga di Banjo-Kazooie, da cui estrapola la declinazione platform basata sui collezionabili.

In particolare, l’avventura è strutturata a mondi, collegati da un hub centrale attraverso il quale è possibile raggiungerli: a differenza dei classici del passato, però, in questa fatica di Playtonic Games i mondi non presentano livelli, ma sono loro stessi dei livelli: ce ne sono in tutto cinque, abbastanza ampi da presentare numerose sfide diverse, da completare per ottenere le pagine, utili per sbloccare nuovi mondi o per espandere quelli già sbloccati, in maniera tale da avere accesso a nuove attività.

L’obiettivo principale è quello di raccogliere ben 100 pagine delle 145 disponibili, per poter poi battere il boss finale, nei panni del camaleonte Yooka e della pipistrellina Laylee. Bisogna dunque esplorare ogni, singolo, minuscolo angolo del livello, mossi solo dal senso di orientamento (non c’è nessuna mappa e nemmeno dei veri e propri indicatori che segnalano la presenza di pagine), con lo scopo di recuperare fogli nascosti in punti improbabili, o di ottenerle completando incarichi presi dai divertentissimi personaggi che popolano l’ambiente di gioco.

Nel mentre si raccattano le piume, spendibili dal serpente Trowzer per sbloccare capacità inedite per i due, simpatici protagonisti: tra super salti, lingua a rampino e colpi speciali ce n’è praticamente per tutti i gusti.

Tutto ciò funge da filo conduttore tra i mondi, visto che ognuno si focalizza sull'utilizzo di una o più abilità, senza le quali è praticamente impossibile affrontarlo nella sua totalità. Il gioco quindi vi invita a ritornare e a esplorare quelli già visitati non appena sbloccherete quella o quell'altra mossa, in una progressione genuinamente divertente, e che incentiva la ricerca spasmodica dei numerosissimi collezionabili presenti, tra cui spiccano, oltre alle pagine e alle piume, dei contenitori che espandono la capienza massima dei punti salute e dell’energia, necessaria per effettuare determinate mosse, e molto altro.

Sembra tutto rose e fiori, soprattutto se adorate ciecamente i platform, ma purtroppo Yooka-Laylee è un’avventura – passateci il termine – ottusa, almeno se si va ad analizzare la qualità delle attività da completare per ottenere le pagine.

Essendo molto vario e strapieno di cose diverse da fare, può capitare che troviate qualche compito meno riuscito di un altro, ma in Yooka-Laylee, purtroppo, è una prassi costante. Si passa da fasi platform divertenti e ben congegnate, per fortuna le più frequenti, ad altre in cui la telecamera viene talmente stressata da trasformare l’esperienza in un’operazione macchinosa. Il gioco infatti fa un bel po’ di fatica quando si tratta di gestire le inquadrature, pertanto l’uso dell’analogico destro deve essere padroneggiato con una certa maestria, onde evitare spiacevoli situazioni.

Il vero problema, tuttavia, sta proprio nelle attività collaterali: ad esempio, le sezioni di trasformazione, nelle quali il giocatore cambierà forma, assumendo i connotati di un veicolo o di un animale, sono a dir poco blande e mal sfruttate. Davvero, cosa c’è di divertente nel comandare uno spalaneve dai controlli scivolosi? Ancora non abbiamo capito perché il gioco debba per forza inserire così tante attività diverse giusto per fare numero, se palesemente alcune di queste sono visibilmente frustranti.

Anche i boss stessi lasciano un po’ a desiderare perché, se è vero che le idee che sostengono le battaglie non sono poi così male, è l’esecuzione a deludere, con tempi troppo dilatati e meccaniche non propriamente ben confezionate. Per non parlare poi delle fasi a bordo di Kartos, un carretto il cui nome scimmiotta intelligentemente quello di Kratos, il protagonista di God of War: genialate a parte, questi momenti sono afflitti da problematiche legate ai controlli meccanici.

Il tutto culmina poi con uno degli aspetti meno riusciti dell’intera operazione nostalgia: in breve, in ogni mondo è nascosto un cabinato arcade che, a sua volta, offre un minigioco, accessibile una volta trovato il rispettivo gettone nel livello. Le premesse sono semplici: si va da giochi di kart con visuale a volo d’uccello, a combattimenti di sopravvivenza e poco altro. Il grattacapo sostanziale è che la qualità di questi minigiochi va dal mediocre allo scarno, ed è un peccato perché questi possono essere persino giocati in multiplayer con altri tre amici in locale.

Non badate però troppo alle critiche, perché molti dei difetti riscontrati possono essere edulcorati con la nostalgia. Sembra una scusa banale, ma Yooka-Laylee è in tutto e per tutto un omaggio al passato, pregi e difetti compresi: girovagare nei suoi mondi brillanti e vivacissimi è già di per sé una motivazione per acquistarlo, ma bisogna comunque scendere a compromessi con un gameplay non sempre all'altezza. Certo, quando si comandano i due eroi nella loro forma base, Yooka-Laylee dà il meglio di sé, tra enigmi ambientali, trappole e piattaforme, proprio come ai vecchi tempi, ma badate bene che parte della sua offerta si focalizza proprio sulle attività secondarie, purtroppo di qualità altalenante, per un totale di circa venti ore solo per collezionare 100 pagine e battere il boss finale.

Per quanto riguarda la parentesi visiva, anche qui il gioco vive di alti e bassi: Yooka Laylee passa dall'essere fenomenale in determinati scorci, al diventare un prodotto fuoriuscito dall’epoca della prima PlayStation in quanto a dettagli.

In linea generale è un bel prodotto da vedere sullo schermo, grazie anche alle animazioni dei vari personaggi, caratterizzati per altro da versi davvero stupidi di banjokazooiana memoria, e da dialoghi talmente banali da essere divertenti.

Bellissime invece le musiche, che vanno ad aggiungere quella giusta dose di carisma alle ambientazioni, che ricordiamo essere in tutto cinque, escluso l’hub centrale: un po’ pochine in termini di varietà, ma visitarle rimane un grande piacere. Vi informiamo, infine, che il gioco è stato lanciato a prezzo budget, ed è disponibile su Amazon a meno di 39,99€.

Giudizio Finale

Recensione Yooka-Laylee  Giudizio Finale – Yooka-Laylee è un ricordo piacevole che si preoccupa di omaggiare quella declinazione del platform basato sulla raccolta di oggetti, ormai data per dispersa, e ci riesce. Manca però di una sua spina dorsale, di quella pulizia tale da permettergli di crescere, ma d'altronde non era quello il suo obiettivo.

PRO CONTRO
  • Esplorazione stimolante, sa come ricompensare
  • Struttura non lineare e varia
  • Simpatico cast di personaggi
  • Prezzo ridotto
  • Attività e minigiochi di qualità a dir poco altalenante
  • Telecamera talvolta anarchica

Recensione Yooka-Laylee – Trailer

Recensione Yooka-Laylee – Screenshot