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Chrome potrebbe presto mettere i bastoni tra le ruote agli adblocker per tutti gli utenti non paganti

In pratica solo gli utenti Enterprise potranno usare gli adblocker per come li conosciamo ora
Matteo Bottin
Matteo Bottin
Chrome potrebbe presto mettere i bastoni tra le ruote agli adblocker per tutti gli utenti non paganti

A gennaio Google ha proposto un cambiamento al sistema di estensioni di Chrome, chiamato Manifest V3, che implicherebbe una maggiore difficoltà da parte degli adblocker di eliminare la pubblicità dai siti. Pare che l'azienda sia fissa sulla sua linea di pensiero, anche se con qualche piccola eccezione.

Partiamo dall'inizio: Manifest V3 ha deprecato le API webRequest, le quali sono alla base di adblocker quali uBlock Origin. Queste API permettevano alle estensioni di bloccare le pubblicità ancor prima che venissero caricate.

A seguito della rivolta della comunità dell'internet, Google ha condiviso alcuni dettagli riguardo questo cambio di permessi. All'interno del testo, c'è una frase molto interessante: pare infatti che le API webRequest non verranno eliminate del tutto, ma verrà rimossa solo la parte che permette di bloccare le pubblicità. C'è un piccolo dettaglio: questa parte verrà lasciata disponibile per gli utenti Enterprise, ovvero quelli paganti.

Chrome is deprecating the blocking capabilities of the webRequest API in Manifest V3, not the entire webRequest API (though blocking will still be available to enterprise deployments).

Addio agli adblocker? In realtà non proprio: questi dovranno passare ad un sistema basato su "regole" (come fa già AdBlock Plus) sicuramente meno efficiente ed efficace.

Perché poco efficace? Perché Chrome impone un limite alle regole delle estensioni pari a 30.000, mentre le regole più popolari per gli adblocker arrivano fino a 75.000. Google sta pensando di alzare il limite, ma non c'è nulla di certo.

D'altronde, favorire gli adblocker sarebbe una strategia poco vincente per Google, i cui proventi derivano in gran parte dalla pubblicità. Questo ragionamento ben si collega al fatto che il blocco delle API non sia stato imposto agli utenti Enterprise, dato che sono già paganti e quindi forniscono una entrata costante all'azienda.

Via: 9to5Google
Fonte: Google
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