
Anche Apple non sa bene cosa farsene del suo visore
Manca pochissimo al WWDC, l'evento in cui verrà svelato il visore mixed reality di Apple. Le potenzialità sono enormi, ma sembra che i dirigenti della mela non siano d'accordo sulla direzione da prendere.Manca poco più di una settimana al WWDC 2023: l'evento dedicato agli sviluppatori è sempre stato un palco molto importante per Apple e, mai come quest'anno, potrebbe rappresentare uno spartiacque per la storia dell'azienda. Il 5 giugno, infatti, la società di Cupertino svelerà al mondo il suo primo visore per la mixed reality (ossia realtà virtuale e realtà aumentata): secondo i rumor potrebbe chiamarsi Apple Reality, è un dispositivo in sviluppo da oltre sette anni e che è stato definito il prodotto meno Apple di sempre.
Se le voci di corridoio venissero confermate, sarà un prodotto atipico per l'azienda: i dispositivi Apple hanno sempre spiccato per design essenziale e immediatezza nell'uso, mentre questo visore fa già discutere per la scelta di adottare una batteria esterna, da collegare con un cavo.
Nonostante tutto, però, è un dispositivo estremamente atteso, specialmente in questo periodo di calo di interesse per la realtà virtuale (e realtà aumentata): Apple Reality potrebbe essere il prodotto che fa risorgere un settore, o l'ultimo chiodo sulla bara.
A tal proposito, pare che anche i dirigenti Apple siano un po' incerti sull'accoglienza che verrà riservata al visore: sarà un prodotto di nicchia, con un prezzo di lancio elevato (si parla di 3.000$) e, soprattutto, con un futuro che dipenderà in buona parte dagli sviluppatori di terze parti.
Dubbi e incertezze tra i dirigenti
Nell'ultimo numero della sua newsletter, Mark Gurman (famoso giornalista di Bloomberg esperto di Apple) ha raccontato chi sono i dirigenti e le personalità più in vista coinvolte nel progetto, evidenziando anche le perplessità relative al visore e al futuro in VR/AR di Apple.
Tra i tanti nomi coinvolti, Jony Ive (che ormai è più in Apple, ma continua a collaborare con l'azienda) ha spinto Apple a evitare la sensazione di isolamento che si prova con gli altri visori; per questo, il visore di Apple dovrebbe avere anche un display esterno, in grado di mostrare gli occhi dell'utente che sta indossando il visore, particolarmente utile alle interazioni quando si utilizzano funzioni in realtà aumentata.
Inoltre, Jony Ive ha insistito sulla necessità di abbandonare l'idea di una base esterna, prevista nelle prime fasi di progettazione del prodotto.
Questo non deve aver fatto molto piacere a Johny Srouji, uno dei dirigenti più importanti in Apple, nonché la persona che guida la divisione chip, responsabile dello sviluppo di Apple M2. Srouji e il suo team, infatti, hanno lavorato per anni su un non meglio precisato chip wireless che avrebbe dovuto far comunicare il visore con la base esterna, ma il suddetto chip è stato accantonato quando è stato deciso di adottare una soluzione standalone.

Johny Srouji durante la presentazione dei chip Apple Silicon
Secondo quanto riferito da Gurman, Srouji è una delle personalità più scettiche sul futuro del visore: avrebbe più volte criticato la direzione intrapresa da Apple, paragonando il progetto a un science project (un progetto di scienze scolastico) e sostenendo che l'azienda avrebbe fatto meglio a investire di più sullo sviluppo di chip per iPhone, che a suo dire avrebbero garantito ricavi maggiori.
Ma al di là di chip e hardware, il vero cruccio per Apple sarà il software: dai vari rumor trapelati finora, pare che la società di Cupertino non sia ancora sicura su quale sarà la direzione da intraprendere, quale possa essere la killer app che guiderà le vendite dei visori in futuro.
A tal proposito, sembra che Phil Schiller, uno dei più famosi e conosciuti dirigenti Apple, voglia puntare soprattutto sul gaming, scommettendo soprattutto sulle applicazioni di terze parti. È risaputo che Schiller sia un gamer (è famoso per avere una postazione VR per corse automobilistiche a casa) ed è il responsabile del lancio del prodotto al WWDC.

Phil Schiller è stato nominato "Apple Fellow" nel 2020
Sembra avere un'idea diversa Jeff Norris, che ha anche una profilo professionale particolare: Norris ha lavorato per 17 anni alla NASA, dove sviluppava progetti AR/VR, principalmente orientati alla guida da remoto di veicoli spaziali.
Secondo Norris, Apple dovrebbe presentare il visore come uno strumento lavorativo, scommettendo su software per videoconferenze, collaborazioni da remoto, e anche app di meditazione.
Tutto, ma non Metaverso

L'avatar di Mark Zuckerberg al lancio di Horizon Worlds, ossia il Metaverso di Facebook
Ma al di là delle incertezze, c'è un aspetto su cui i dirigenti Apple sembrano concordi: non vogliono replicare il tentativo di Facebook di creare un Metaverso.
Greg Joswiak, a capo del marketing di Apple, guiderà la promozione del visore: toccherà a lui (che è uno dei più grandi sostenitori del progetto) convincere gli acquirenti a spendere 3.000$ per una nuova tipologia di prodotto ed è diventato noto nell'azienda per aver detto che non utilizzerà mai il termine Metaverso.
Probabilmente non ci sarà quindi l'idea di un ambiente virtuale condiviso, ma al contrario non mancheranno i contenuti immersivi: la responsabile dei contenuti VR è Shannon Gans, che vent'anni fa, ben prima di diventare una dirigente Apple, guidava uno studio di animazione. Secondo quanto riferito, Gans ha lavorato per accertarsi che al lancio del visore non mancherà l'intrattenimento: per i contenuti in VR, ha collaborato con gli attuali partner di Apple TV+, ma anche con Disney e Dolby.
In ogni caso, manca ormai poco per scoprire come verrà presentato il visore dai dirigenti Apple: l'appuntamento è fissato al 5 giugno alle 19:00 (ore italiane) e noi non vediamo l'ora di vedere cosa succederà.