Apple Pay potrebbe finalmente funzionare su Chrome, Edge e Firefox in iOS 16

Antonio Lepore
Antonio Lepore
Apple Pay potrebbe finalmente funzionare su Chrome, Edge e Firefox in iOS 16

Il collaboratore di MacRumors, Steve Moser, ha effettuato una scoperta piuttosto interessante: Apple Pay potrebbe finalmente essere compatibile con Microsoft Edge, Google Chrome e Mozilla Firefox. Questa novità, infatti, è stata scovata nella beta 4 di iOS 16. Prima di scoprire ulteriori dettagli su questo argomento, potrebbe essere interessante consultare la nostra guida su come funziona Apple Pay.

Moser, su Twitter, ha condiviso degli screenshot in cui si può notare l'opzione "Continua con Apple Pay" sulla pagina di pagamento di Apple mentre sta utilizzando Edge. Altri utenti, invece, già prima del lancio della quarta beta della nuova versione del sistema operativo di Apple, avevano notato che la stessa opzione era disponibile anche su Firefox.

Inoltre, la novità non richiederà alcun aggiornamento dei browser di terze parti visto che questi si basano su WebKit, lo stesso motore di rendering di Safari. Questo dettaglio spiegherebbe anche perché questa possibilità non sia disponibile sulle versioni di macOS di Chrome, Edge e Firefox. In questo caso, ogni browser utilizza un motore di rendering diverso: dunque dovranno essere gli sviluppatori a rilasciare un update affinché venga supportato Apple Pay.

A questo punto, sorge spontanea una domanda: come mai la società di Cupertino avrebbe deciso di "aprire" questo servizio? La risposta potrebbe essere correlata ai piani dell'Unione Europea di reprimere le pratiche anticoncorrenziali delle big tech. In particolare modo, il Digital Markets Act entrerà in vigore nella primavera del 2023 e, in una bozza della normativa vista da The Register, è stato notato che verrà reso illegale per i colossi della tecnologia imporre agli sviluppatori l'impiego di motori di rendering proprietari.

Tuttavia, non è escluso che Apple tenti fino alla fine di combattere contro questa decisione dell'Europa. Ad esempio, basti pensare che ha sostenuto spese milionarie in commissioni prima di adeguarsi alle norme dei Paesi Bassi sui sistemi di pagamento in-app nelle applicazioni sugli appuntamenti.