iOS 17 non risolverà il più grande problema di iPhone

Dopo 16 anni di iPhone, non c'è ancora un vero multitasking
Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
iOS 17 non risolverà il più grande problema di iPhone

Lunedì 5 giugno ci sarà il WWDC, l'evento Apple dedicato agli sviluppatori: oltre l'attesissimo visore per la mixed reality, una delle novità principali sarà iOS 17, nuovissima versione del sistema operativo di iPhone. Secondo diverse fonti, iOS 17 introdurrà qualche novità interessante (come una modalità smart display e una nuova app per il journaling), ma non sarà una rivoluzione. E, ovviamente, non cambierà nulla in termini di multitasking.

Il primo iPhone venne lanciato nel 2007: siamo quindi arrivati 16 anni di sviluppo del sistema operativo e nuove funzionalità, ma l'assenza di un vero multitasking rimane una costante.

Intendiamoci: è sbagliato dire che iOS non supporti in toto il multitasking. Ci sono condizioni in cui permette di utilizzare un'app mentre un altro software è in esecuzione (ad esempio durante una telefonata, o con la modalità picture in picture dei video) e, ovviamente, ci sono un gran numero di operazioni che vengono eseguite in background in modo trasparente, senza che l'utente se ne accorga, mentre fa altro sul suo iPhone.

Quel che manca è invece la possibilità di eseguire due app contemporaneamente e di permettere alle app di completare determinati processi (come un upload) mentre si trovano in background.

Datemi l'upload in background, per favore

Partiamo da quest'ultimo caso. iOS ha una gestione molto conservativa della memoria e dei consumi energetici: per questo motivo, quando cambiamo app o torniamo alla Home, l'applicazione che avevamo aperto prima viene sostanzialmente freezata e il sistema operativo impedisce che possa eseguire qualsiasi tipo di azione.

Questo da un lato garantisce un'ottima gestione energetica, ma dall'altro obbliga l'utente a tener aperta l'applicazione anche per eseguire azioni che non necessitano un'interazione diretta, come ad esempio l'upload di un file.

Questo non solo impedisce agli sviluppatori di implementare correttamente delle funzionalità presenti su Android (come il Camera Upload di Dropbox, ad esempio), ma ci costringe anche a tenere un'app aperta più del necessario, mentre magari vorremmo fare altro. Ad esempio, vi è mai capitato di dover inviare un video su Telegam mentre siete di fretta? A me sì: era una questione di lavoro per cui era importante essere tempestivi, ma allo stesso tempo mi trovavo in una città estera, ero di fretta e avevo bisogno di consultare Mappe per capire che mezzi di trasporto prendere.

Potete immaginare la frustrazione.

Ora, io non chiedo di stravolgere iOS e renderlo tanto flessibile come Android, ma sarebbe ottimo avere un qualche tipo di opzione che permetta a una singola app di operare in background.

Potrebbe essere un tasto nella schermata di selezione tra le app aperte, potrebbe essere una funzione a tempo limitato, magari con un bel alert minaccioso che avvisa l'utente dei maggiori consumi. Insomma, ci sono ampi margini di manovra per implementare qualcosa senza modificare radicalmente il funzionamento di iOS. Per favore, Apple, pensaci su.

Affiancare due app: perché su iPad sì e su iPhone no?

L'altro grande tema quando si parla di multitasking è il multi-window, ossia la possibilità di affiancare due app e usarle contemporaneamente. Se fino a qualche anno fa questo poteva sembrare quasi un limite intrinseco di iOS, iPadOS ci ha dimostrato che non è così.

Su iPad, infatti, è disponibile un vero multitasking con Split View, che consente di affiancare due software e utilizzarli contemporaneamente in due finestre ridimensionabili.

Ma iPadOS non è altro che una versione rimaneggiata di iOS, quindi possiamo azzardare che non sarebbe troppo problematico ottenere lo stesso risultato su iPhone, affiancando due app in verticale.

E non può trattarsi neanche di una questione di prestazioni: il multitasking è disponibile su iPad con processori molto meno performanti rispetto i chip usati sui più recenti iPhone.

Certo, c'è la questione di come appaiono le app tagliate a metà, direte voi.

Mentre alcune aziende con sistemi operativi basati su Android, come Samsung, consento di forzare l'esecuzione in finestra anche per app che non supportano il multitasking, su iPhone un approccio del genere sarebbe impensabile.

Apple ha sempre fatto vanto dell'estrema cura delle app che vengono pubblicate su App Store, fornendo strumenti per lo sviluppo che consentono ai developer di ottenere ottimi risultati con sforzo minimo. Sarebbe inaccettabile, quindi, pensare a un multitasking che "rompa" questa armonia estetica.

A tal proposito, ben lontano dall'opulenza che si avverte con Samsung, Xiaomi o altre interfacce personalizzate, ho apprezzato molto l'implementazione del multitasking sui Google Pixel. È un'interfaccia quasi asettica, attivabile con un menu quasi nascosto dalla selezione app, che non consente di aggiungere applicazioni che non supportano lo split screen nativo di Android.

Ed è esattamente così che immagino il multitasking su iPhone: una cosa pulita, essenziale, da utilizzare solo alla bisogna e senza la pretesa di affiancare ventordici app solo per dimostrare che è possibile farlo. Insomma, non chiediamo la luna, non vogliamo i menu super complessi di Samsung e neanche le finestre floating: vogliamo solo due app, insieme.

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