
Smart Home: vola il mercato in Italia, tuttavia il resto dell'Europa rimane lontano
Torna a correre forte il mercato della smart home in Italia. Rispetto al 2020, ha registrato una crescita del 29% (nonostante la carenza di semiconduttori e materie prime), raggiungendo un valore economico di circa 650 milioni di euro. Lo studio, condotto dall'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, ha evidenziato che la ripresa è stata guidata dagli smart speaker e dagli elettrodomestici, seguiti dai dispositivi per la sicurezza.
Nel dettaglio, gli elettrodomestici hanno una quota pari al 21% (135 milioni di euro), registrando così una crescita del 35% rispetto al 2020. Tra i prodotti più acquistati robot aspirapolvere e purificatori d'aria. A seguire gli smart speaker (20% del mercato per un valore di 130 milioni di euro). Infine, in forte ripresa i dispositivi per la sicurezza (19% per 125 milioni di euro): boom di vendite per videocamere, sensori e abbonamenti che consentono di archiviare foto e filmati. Tuttavia, la crescita più consistente è stata registrata nell'ambito delle caldaie, termostati e condizionatori (addirittura +45% rispetto al 2019).
Questo dato, sicuramente, ha beneficiato dei vari bonus previsti, come il "Superbonus" e "Ecobonus".
Per quanto riguarda i canali di vendita, continuano a spingere gli acquisti online (con una crescita del 25%). Anche la filiera tradizionale, però, ha osservato una buona crescita nel 2021 (+40%), soprattutto grazie alla spinta degli incentivi.
Infine, è aumentato anche il livello di conoscenza dei dispositivi smart per la casa da parte degli italiani. Difatti, il 74% ha dichiarato di aver sentito discutere almeno una volta sul concetto di "Smart home". Tra le fonti di conoscenza, prima la pubblicità (51%), poi internet (34%), il passaparola (26%) ed in ultimo i social (20%). Contestualmente, è cresciuta anche la diffusione degli oggetti smart: almeno il 46% delle persone, infatti, possiede un dispositivo connesso.
Dunque, tutti i dati sono positivi? Non proprio. L'Italia, infatti, rimane lontana dalle prime posizioni a livello europeo, occupate dal Regno Unito (con un mercato da 4 miliardi di euro), Germania (3,9 miliardi di euro) e Francia (1,3 miliardi di euro).