Cosa rimarrà di Instagram?

Perché quello che sta succedendo in questo periodo non premette nulla di buono.
Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master
Cosa rimarrà di Instagram?

Instagram non se la sta passando benissimo, questo credo che lo possano notare in molti. Almeno quelli che su internet passano buona parte della loro giornata e che hanno avuto modo di avere a che fare con i social network in modo un po' meno superficiale della media (e se ci leggete ci sta che probabilmente sia così).

Ho usato a lungo Instagram, soprattutto sul mio profilo privato, per condividere aggiornamenti curiosi sulla mia vita e soprattutto sulla tecnologia, visto che è per quello che venivo seguito. Questo fino all'avvento della pandemia. Stare chiuso in casa e anche successivamente partecipare a meno eventi fisici ha un po' spento in me la voglia di utilizzare il social network, ma c'era dell'altro. Aprendo Instagram non trovavo più contenuti interessanti da sfogliare. Questo principalmente perché, superato il layer delle Storie (che a mio pare ad oggi solo l'unico motivo che davvero tiene a galla Instagram) il feed di contenuti era ricco di pubblicità o di contenuti da profili che non seguivo, quindi in sostanza suggeriti dall'algoritmo di Instagram, ma non per questo davvero di valore per me.

Poi è arrivato TikTok (ci potete seguire qui) e ha portato una ventata d'aria fresca con il formato dei video verticali di 60 secondi, vincente sotto molti aspetti. Ma ha portato soprattutto con un algoritmo di scoperta e suggerimento dei contenuti che impiega davvero poco a imparare e a mostrarti davvero quello che è vicino ai tuoi interessi. Instagram non ha impiegato molto a implementare un formato video del tutto simile, chiamato Reel e che ha nei due anni della sua esistenza inglobato prima le IGTV e poi anche i "classici" video post di Instagram.

Oggi si discute moltissimo dei Reel per la sollevazione che si è creata sulla stessa piattaforma da parte di influencer di primissima categoria dopo l'annuncio da parte di Adam Mosseri di nuove modifiche a Instagram che avrebbero portato il social network a diventare ancora più Reel-centrico.

Mosseri, il capo di Instagram, ha quindi rapidamente risposto a questa sommossa con un nuovo Reel dove spiegava quanto all'azienda stava a cuore il mondo dei post fotografici ma che, "diciamocelo onestamente" il futuro di Instagram è sempre più verso i video, visto anche il sempre maggiore numero di contenuti di questo tipo nel feed della piattaforma.

Onestamente mi sarei stupito del contrario visto quanto Instagram ha di fatto spinto quasi solo su questo formato negli ultimi mesi costringendo praticamente qualsiasi creatore di contenuti ad adattarsi volente o nolente a questo cambiamento. Perché diciamocelo: non tutti i contenuti vanno bene per tutti, senza scadere necessariamente nella retorica del "balletto stupido" vs "post impegnato per il sociale". Ben vengano i video brevi verticali di 60 secondi ma questo non esclude la possibilità di esprimersi con le foto. Soprattutto i grandi influencer, redazioni e gruppi che con Instagram ci hanno costruito una carriera e che non possono vivere di sole Storie.

A qualcuno tutto questo parlare di Instagram e influencer potrebbe sembrare superficiale e nel grande schema delle cose probabilmente lo è. Ma sarebbe sbagliato non considerare Instagram, così come gli altri social network, uno dei megafoni più potenti della nostra era. Sui social network si fa la campagna elettorale, la guerra e si portano avanti importanti battaglie sociali.

Ma torniamo al Reel di spiegazioni di Mosseri che ha solo gettato altra benzina sul fuoco, dimostrando di ascoltare poco i suoi utenti promettendo invece di fare proprio l'opposto. È lo stesso capo di Instagram ad ammettere che la nuova interfaccia (ovvero quella identica a TikTok con lo scorrimento verticale di una scheda alla volta, che siano foto o video) è solo una prova e che c'è ancora molto lavoro da fare.

Passano poche ore però che è sempre Adam Mosseri a far sapere che ci sarà un passo indietro su queste decisioni, almeno temporaneo.

"When you discover something in your field that you didn't follow before, there should be a high bar — it should just be great," Mosseri said. "You should be delighted to see it. And I don't think that's happening enough right now. So I think we need to take a step back, in terms of the percentage of feed that are recommendations, get better at ranking and recommendations, and then — if and when we do — we can start to grow again.

" ("I'm confident we will," he added.)

In sostanza Mosseri ha scoperto l'acqua calda: se vuoi proporre all'utente cose che lui non aveva originariamente deciso di seguire questo contenuto deve essere di valore e ora questo non succede. Chiunque abbia provato a scorrere il proprio feed di Reel avrà sicuramente notato un flusso infinito di video freebootati (ovvero rubati da altri utenti e ricaricati), gattini e video che erano virali su TikTok due settimane fa. E che le raccomandazioni di Instagram siano di scarsa qualità è l'incipit di questo editoriale, visto che è così anche per le foto. Personalmente sono riuscito a non vedere modelle in bikini nei miei post consigliati di Instagram (probabilmente solo perché sono un uomo eterosessuale, visto che non seguo e non metto mi piace a modelle in bikini) solo di recente, con paio di like a delle Mazda MX-5. Ora secondo Instagram le Mazda sono la mia unica ragione di vita.

I titoli sul fatto che Instagram sia al tramonto si sprecano e il mio articolo arriva con qualche giorno di ritardo, ma ho voluto comunque raccogliere i pensieri accumulati durante le ferie e trasferirli nero su bianco, approfittando di questo ultimo "incredibile" colpo di scena. Perché anche senza tutto il trambusto di "Make Instagram Great Again" era già chiaro nella mia testa che se Instagram vuole diventare TikTok alla fine ne rimarrà solo uno. Perché le persone non vogliono aprire due app dove vedere gli stessi contenuti. E per vincere bisogna avere l'app migliore. Se il duello finale fosse domani Instagram ne uscirebbe con le ossa rotte. E se a questo aggiungiamo una moltitudine di influencer, organizzazioni e personalità che vogliono ancora esprimersi con le foto e tanti utenti che non apprezzano o non trovano il tempo per i video brevi, se oggi dovesse venire fuori uno spin-off dell'Instagram originale, in molti probabilmente sarebbe davvero il colpo di grazia per il social network di Meta.

P.S. vi immaginate se ByteDance (azienda cinese dietro a TikTok) facesse proprio lei uno spin-off di Instagram?