La tecnologia sarà noiosa anche nel 2023?
Diciamoci la verità: il 2022 non è stato proprio un anno esaltante, sotto molti punti di vistaUno dei ritornelli che ricorrono più spesso (ormai da anni, per la verità) è che nel mondo della tecnologia ci sia poca innovazione, che tutti copino da tutti, e quindi siano tutti uguali, e che pian piano quei dispositivi che ogni anno attraevano sempre più curiosità stiano diventando noiosi.
Da questo punto di vista il 2022 è stato uno degli anni meno esaltanti di sempre, a dispetto della "fine" della pandemia, per una serie di ragioni anche molto diverse tra loro, che hanno provocato una profonda crisi proprio di quella Silicon Valley che sembrava non fermarsi mai. Ed il 2023 non è iniziato sotto i migliori auspici, eppure c'è forse una luce alla fine del tunnel. Andiamo quindi a vedere a che punto siamo, per cercare di capire dove potremmo arrivare a fine anno, e magari anche oltre.
Una crisi che viene da lontano
Esaminare tutti i fattori di crisi che ci sono stati nel 2022 richiederebbe ore, e non sarebbe comunque esaustivo, perché parliamo di un anno disastroso dal punto di vista socio-economico, tanto da essere paragonato alla crisi finanziaria del 2007-2008 in quanto ad impatto.
Dalla pandemia, alla guerra in Ucraina ancora in corso, ai conseguenti rincari su luce, gas e non solo, l'inflazione ha colpito duramente anche il mercato dell'elettronica di consumo (ne avevamo già parlato), che si è ritrovato con nuovi prodotti magari già non esaltanti di per sé, a prezzi ancora più alti del previsto, e per di più con i vecchi modelli che anziché scendere di prezzo rincaravano a loro volta.
Ne parlavamo anche un anno fa: gli smartphone sono diventati noiosi? La risposta in buona parte era ed è "sì", ma il fatto che una qualche tecnologia diventi meno esaltante è anche una buona cosa, perché significa che è matura, che è entrata nelle nostre vite, e che tutti bene o male la utilizzano con una confidenza tale da farla apparire "noiosa". Questo vuol dire anche che il nuovo modello, per forza di cose, non può essere rivoluzionario rispetto al precedente, e pertanto anche la tendenza a cambiare il vecchio è meno marcata; per di più se c'è lo spettro di una guerra all'orizzonte e se anche i beni di prima necessità sono più cari.
C'è poi da dire che la pandemia ha dato un ulteriore boost all'utilizzo di portatili, smartphone, tablet, webcam, e qualsiasi altro strumento possa servire al lavoro ibrido, che ormai è il new normal, al punto che anche le aziende hanno incentivato l'utilizzo di queste soluzioni più "agili" da parte dei propri dipendenti. Ma quando un certo dispositivo ti serve anche per lavoro, a meno che non sia proprio vetusto, sei anche meno portato a cambiarlo, proprio perché lo avrai ormai personalizzato come piace a te.
E sia chiaro che le aziende provano continuamente nuove frontiere, come i pieghevoli di varie dimensioni, ma tutte le nuove tecnologie richiedono sempre tempo per imporsi, sia da un punto di vista qualitativo che di prezzo, per non parlare del fatto che una nuova tecnologia non è detto apporti benefici ad ogni tipo di dispositivo (ne abbiamo parlato di recente anche su YouTube).
Tutto ciò ha causato un prevedibile tonfo delle vendite, sia di PC che di smartphone, ed una conseguente crisi delle big tech, perché non è che ogni anno puoi inventare un iPhone, ovvero rivoluzionare un mercato, e le coincidenze globali hanno solo contribuito ad accelerare il processo, probabilmente ingigantendolo anche, come vedremo a breve.
Anche GAFAM piangono
GAFAM è l'acronimo di Google, Apple, Facebook, Amazon, e Microsoft, ovvero le più grandi multinazionali tech al mondo. Ci sono buone probabiltà che usiate regolarmente uno o più prodotti / servizi di queste aziende, eppure tutte loro (e non solo), chi più chi meno, hanno avuto una netta battuta d'arresto nel 2022.
Meta è probabilmente il caso più clamoroso, con un autentico tonfo in borsa che l'ha riportata indietro di un lustro. L'insuccesso del metaverso ed il blocco delle pubblicità di Apple sono forse le due cause più macroscopiche, ma ce ne sono molte altre: "dall'invecchiamento" di Facebook, alla concorrenza di TikTok ad Instagram, passando per l'occhio sempre più vigile dalla UE sulle big tech in generale.
Risultato: 11.000 licenziamenti lo scorso novembre, il 13% circa della sua forza lavoro.
Amazon non è da meno. Il colosso dell'e-commerce usciva da un biennio di boom causato dalla pandemia, quando le persone uscivano meno possibile da casa aumentando le vendite online in generale, ed in particolare della tecnologia necessaria a lavorare non più solo in ufficio, ma poi ha soffert il "rimbalzo" proprio quando le cose hanno iniziato a tornare alla normalità. Risultato: 18.000 licenziamenti ad inizio 2023, circa l'11% dei suoi dipendenti.
Microsoft ha annunciato pochi giorni fa 10.000 licenziamenti (poco meno del 5%), e Google l'ha seguita a ruota quest'oggi, licenziando 12.000 impiegati. Resiste per ora solo Apple, che però potrebbe aver già bloccato le assunzioni, e non è detto che anche lei non sia costretta a capitolare a breve.
E poi potremmo aggiungerne molte altre, da Netflix ad Intel per esempio, giusto per ribadire che, al di là del singolo caso più o meno grave, si tratta di una crisi generalizzata dell'intero settore tech.
Tutto questo non è certamente di buon auspicio per l'anno in corso, soprattutto perché molti di questi licenziamenti sono arrivati proprio a fine 2022 / inizio 2023, ma è anche vero che un'azienda licenzia (anche) per ripartire, nella speranza di tornare ai fasti di un tempo, per quanto sia chiaro che una crisi di questa portata richiederà alle big tech (e ai suoi lavoratori) di reinventarsi per continuare a rimanere competitive (c'è un bell'editoriale in merito su The New York Times, se vi interessa). C'è poi da aggiungere che il sistema economico americano funziona abbastanza diversamente dal nostro, nel senso che le assunzioni (e i licenziamenti) sono in generale più facili e frequenti che non in Italia, anche in condizioni non di crisi.
La luce in fondo al tunnel
Ok, abbiamo capito che le premesse non sono buone, tanto per usare un eufemismo, ma quindi le cose andranno sempre peggio? Non è detto. Finché ci sarà qualcosa di nuovo, anche solo in prospettiva, per cui emozionarsi, saremo sempre disposti ad "investirci" tempo e soldi sopra, e la noia sarà solo un ricordo.
E cosa ha suscitato più interesse ultimamente, che potrebbe sbocciare nel 2023?
Senz'altro l'intelligenza artificiale. Un tema non certo nuovo, ma che come tutte le novità ha richiesto il suo tempo. Il mondo intero ha parlato ed usato ChatGPT, al punto che i suoi server sono a piena capacità da giorni, e non è spesso facile accedervi. Del resto era Assistant stesso a prevedere un suo boom nel 2023 (l'avete letta la nostra intervista?), e le premesse ci sono tutte.
La guida autonoma: un'altra tecnologia non propriamente nuova in generale, ma che per ancora più ovvie ragioni della precedente richiede anni per essere affinata, e finalmente potrebbe essere "pronta" proprio quest'anno, ed in generale il settore delle auto elettriche dovrà per forza di cose fiorire nel corso dei prossimi anni, via via che ci avvicineremo all'addio ai combustibili fossili. E non parliamo solo di Tesla: la prima auto elettrica di Xiaomi è infatti già in test in Cina, e potrebbe arrivare a fine 2023 / inizio 2024.
E poi avrete senz'altro sentito parlare della Apple Car, no? Nel suo caso ci sarà senz'altro da attendere, ma Apple ha la fama o di arrivare o prima o ultima, ma di fare in ogni caso bene i suoi conti.
Ed anche nel mondo PC e smartphone, pur essendoci senz'altro minore esigenza di cambiare dispositivo ogni anno rispetto al passato, ci sono anche tanti form-factor interessanti in sviluppo, tutti bene o male che ruotano attorno al componente forse più importante: il display. Viviamo già ora circondati da schermi, e sempre più ne avremo in futuro. I portatili con più di uno schermo stanno pian piano aumentando per numero e form-factor differenti, e tra schermi pieghevoli, arrotolabili o allungabili ci sarà sempre più di che sbizzarrirsi.
Al di là poi della singola novità in sé, è chiaro che siano proprio le condizioni socio-economiche cui accennavamo all'inizio a fare la differenza.
E l'economia in generale è (per fortuna) abbastanza ciclica: dopo un tonfo c'è quasi sempre una risalita, e con essa anche la propensione all'acquisto da parte degli utenti, almeno dei più appassionati.
Ed infine, se sei arrivato a leggere fin qui, significa che nella tecnologia ci credi, altrimenti saresti a fare altro in questo momento. E forse proprio questo è il migliore degli auspici.