Come scegliere un buon monitor per Mac: non è solo questione di risoluzione
Cercare il monitor adatto per il tuo Mac potrebbe non essere la scelta più semplice. Se infatti le opzioni sul mercato sono numerosissime, per dimensioni, risoluzione, tipo di pannello o formato, Apple ci mette anche del suo complicando la gestione della risoluzione.
Cosa significa? Andiamo a scoprirlo, perché anche se alla fine potrebbe non influenzare più di tanto la tua esperienza, è comunque utile per sapere come scegliere un monitor per il tuo Mac.
Non solo, ma c'è anche da considerare la questione del Night Shift, che non è supportato su tutti i monitor di terze parti. E se Apple vende i suoi monitor, magari non sei un grafico e non puoi o non ti serve spendere una cifra così elevata per il tuo sistema. Andiamo a scoprire come trovare l'alternativa giusta per le tue esigenze.
Indice
Devi sapere come macOS gestisce la risoluzione
Si potrebbe pensare che prendendo un monitor 4K potrai navigare nell'interfaccia, vedere le immagini e comunque sfruttare questa risoluzione senza problemi, collegando semplicemente il tuo Mac.
In realtà con macOS non è semplicemente così.
Cos'è la risoluzione
La risoluzione è il numero di pixel, ovvero di punti che vengono mostrati su uno schermo: generalmente, maggiore è questo numero, più nitida sarà la qualità dell'immagine.
La densità dei pixel è invece il numero di pixel per pollice in direzione orizzontale o verticale ed è indicata in pixel per pollice (ppi). Questo valore è riportato insieme al rapporto di aspetto, che è il rapporto tra la dimensione della dimensione orizzontale rispetto alla dimensione verticale. Ad esempio, 16:9 o 21:9.
Sul mercato puoi trovare schermi con diverse risoluzioni:
- HD o 720p: 1280x720 pixel, 16:9
- Full HD (FHD) o 1080p: 1920x1080 pixel, 16:9
- WUXGA: 1920x1200 pixel, 16:9
- 2K, Quad HD (QHD), Wide Quad HD (WQHD) o 1440p: 2560 x 1440 (risoluzione tipica del monitor) / 2048 x 1080 (risoluzione cinematografica ufficiale) pixel, 16:9
- Ultra Wide Quad HD (UWQHD): 3440x1440 pixel, 21:9
- Dual QHD: 5120 x 1440 pixel, 21:9
- 4K o Ultra HD (UHD): 3840 x 2160 (risoluzione tipica del monitor) / 4096 x 2160 (risoluzione ufficiale del cinema) pixel, 16:9
- 5K: 5120x2880 pixel
Cos'è "Retina"?
Apple però ha cambiato un po' le cose, introducendo la risoluzione Retina, nel 2010 sugli iPhone e nel 2012 sul MacBook Pro 13 pollici.
Questo perché alla casa della mela interessa raggiungere una certa densità di pixel, oltre la quale l'occhio umano (da qui il termine Retina) non riesce a distinguerli.
Il concetto è che se non si riescono a distinguere i pixel, le immagini sulla retina dell'occhio diventano continue, e quindi dettagliate come appaiono le cose nel mondo reale.
Uno schermo Retina, secondo la definizione di Steve Jobs, è uno schermo con 300 ppi se visualizzato a 10-12 pollici dall'occhio (25 - 30 cm).
Per calcolare la risoluzione effettiva dello schermo, si usa il concetto di "risoluzione angolare". Secondo la formula risoluzione angolare = 2dr tan (0,5 gradi), dove d è la distanza e r la densità di pixel, si può calcolare la risoluzione di uno schermo Retina per far sì che arrivi al valore di 300 ppi a 10-12 pollici di distanza.
macOS è ottimizzato per i monitor Retina (che in realtà si chiamerebbero HiDPI, High Dots per Inch), ma visto che per quanto riguarda i monitor esterni solo i monitor Apple come Pro Display XDR (6016 × 3384 pixel, 32 pollici, 218 ppi) o Studio Display (5120 × 2880 pixel, 27 pollici, 218 ppi) sono Retina, devi decidere se passare a un'opzione non Retina.
Ovvero un monitor non Apple.
Cosa succede con uno schermo Retina 5K
C'è però un problema. Un monitor 5K 27 pollici come Studio Display mostrerebbe elementi e scritte minuscoli se riportati alla risoluzione nativa. Qui sotto a sinistra puoi vedere uno Studio Display a risoluzione nativa 5120 x 2880: le scritte sono illeggibili.
Ecco quindi che macOS applica un trucco: raddoppia le dimensioni dell'interfaccia in larghezza e altezza (ovvero applica un fattore di scala 2x). In questo modo l'interfaccia è resa a 2560 x 1440 pixel (immagine sotto a destra), il che consente di lavorare senza problemi con uno sforzo di calcolo molto piccolo.
macOS è pensato così: ogni altra risoluzione crea problemi.
Cosa succede con uno schermo 4K
Ora immagina di collegare uno schermo 4K (3840 x 2160 pixel) al tuo Mac. macOS prende la risoluzione e applica il fattore di ridimensionamento 2x.
Ma a questo punto si ottiene un'interfaccia di 1920 x 1080 pixel, il che fa apparire i contenuti troppo grandi, se consideriamo uno schermo di uguali dimensioni (27 o 32 pollici).
Aumentando nelle Impostazioni dello schermo (Impostazioni > Schermi) la risoluzione a 2560 x 1440 pixel, macOS deve applicare un fattore di 1,5 e non più 2.
Per farlo il sistema aumenta la risoluzione a 5120 x 2880 (in un buffer virtuale), per poi applicare il ridimensionamento dell'interfaccia di 2 volte per raggiungere 2560 x 1440.
Perché è un problema
Niente di male, dirai, ma questa soluzione si porta dietro due problemi principali: artefatti e impatto sulle prestazioni. Se si applica un ridimensionamento di un'immagine a 2560 x 1440 su un display di 3840 x 2160 pixel, si produrranno artefatti, in quanto la mappatura dei pixel non è più 1:1.
Le immagini quindi avranno in teoria artefatti come sfocature, effetto moiré e altri, oltre a rimuovere il dithering, quindi i gradienti possono apparire meno morbidi.
E l'impatto sulle prestazioni? Il fatto di dover aumentare la risoluzione in un buffer e poi ridimensionarla avrà un effetto sulle prestazioni del sistema.
Non solo, ma macOS disabilita il livellamento dei subpixel per impostazione predefinita, quindi in alcuni casi potresti notare che il testo non è molto nitido ma sfocato.
Un altro problema potrebbe venire dall'utilizzo di monitor terzi, in particolare con i chip serie M: potresti avere incompatibilità o altro (qui trovi le problematiche con i vari schermi). In genere i produttori hanno rilasciato aggiornamenti software per ovviare a queste problematiche, ma non sempre.
Se poi hai un Mac con chip M, le opzioni di ridimensionamento sono limitate negli schermi non Retina, il che significa che avrai una qualità dell'immagine bassa se opti per una via di mezzo tra 4K e 1440p.
Perché non è un problema
Ma sono veramente problemi così grossi o irrisolvibili? Partiamo dagli artefatti: anche in questo caso ci viene in aiuto la risoluzione angolare: su uno schermo 4K a 55 cm di distanza non si vedranno i singoli pixel.
Quindi sebbene sullo schermo ci saranno artefatti visivi, molto probabilmente non li vedrai.
Per quanto riguarda le prestazioni, l'impatto è minimo: alcuni test su un MacBook Air M2 hanno mostrato un calo delle prestazioni inferiore al 3% a una risoluzione scalata. Questo significa che la maggior parte degli utenti non se ne accorgerà nemmeno.
La questione delle risoluzioni intermedie o della qualità del testo ha un nome: BetterDisplay. Questa app open source permette di sistemare questi problemi, scegliere qualsiasi risoluzione, e persino risolvere il problema del testo.
Molte funzioni sono gratuite, e c'è un periodo di prova per la versione Pro: non funziona per tutte le configurazioni, ma se per te lo fa, puoi sostenere il lavoro dello sviluppatore con 19 euro (tra l'altro risolve molti problemi per le configurazioni a due monitor).
Dimensioni
Chiarito l'aspetto della risoluzione, che come abbiamo visto non è necessariamente un problema per molti utenti, puoi scegliere alcuni aspetti per il tuo prossimo monitor.
Apple vende al momento due monitor: uno da 27 pollici e uno da 32 pollici, con prezzi di base di 1.799 e 5.599 euro rispettivamente.
Se non hai bisogno di spendere questi soldi, puoi optare per una quantità di dimensioni e rapporti di aspetto differenti. La maggior parte dei monitor in commercio presentano una schermo piatto con rapporto d'aspetto 16:9 e diagonale di 24, 27 o 32 pollici, ma si possono spingere anche a 40, 43 e persino 50 pollici.
Come abbiamo anticipato, alcuni monitor potrebbero presentare problemi con macOS, soprattutto quelli con rapporto d'aspetto da 21:9 o 32:9, ma in molti casi basta andare nelle impostazioni e selezionare la risoluzione nativa, o eventualmente utilizzare BetterDisplay.
Se cerchi un'esperienza più coinvolgente, puoi anche monitor con schermo curvo, che arrivano a diagonali da 34 e anche 57 pollici, oppure ci sono dispositivi orientati alla produttività con formati più particolari, come 4:3 o 16:18.
Se vuoi andare sul sicuro, con uno schermo 27 o 32 pollici difficilmente sbaglierai, ma come abbiamo detto non ci sono grossi impedimenti anche con altri formati.
Porte
La questione delle porte potrebbe essere spinosa con un Mac. Mentre i Mac desktop sono dotati di porta HDMI, non tutti i portatili lo sono. Restando nel campo dei portatili con chip M, i MacBook Pro 13 pollici e i MacBook Air hanno solo le porte Thunderbolt 3 o 4, mentre i MacBook Pro 14 e 16 pollici sono dotati anche di porta HDMI.
Se il monitor è dotato di un solo ingresso HDMI (o al limite anche DisplayPort), a seconda della tua situazione dovrai quindi usare un adattatore o meglio un hub USB-C (in alcuni casi potrebbe restarti solo un'altra porta libera).
Alcuni monitor sono dotati di ingressi Thunderbolt, il che ti consentirebbe di evitare l'utilizzo di un adattatore. Non solo, ma potresti anche trovare dei monitor che fungono da vero e proprio dock, con porte per caricare il tuo Mac e collegare altri dispositivi al computer. Questa è un'ottima opzione se avrai bisogno di una configurazione a più monitor, ma ovviamente dipende dalle tue necessità.
E se voglio il Night Shift?
Prima di vedere altre caratteristiche che potrebbero interessarti nella scelta di un monitor, un altro problema che potresti incontrare è il supporto con il Night Shift di macOS (e anche con True Tone, se per questo).
Cos'è Night Shift
Night Shift è uno strumento che filtra la luce blu sullo schermo del tuo Mac, e può essere attivato automaticamente dopo il tramonto. Night Shift infatti si basa sulla geolocalizzazione e sull'orologio del computer per determinare l'orario del tramonto, quindi porta automaticamente i colori del display verso le gradazioni più calde dello spettro. Al mattino, il display ritorna alle impostazioni originali.
Night Shift è implementato in macOS Sierra 10.12.4 o versioni successive su una serie di Mac, come iMac, MacBook Air, Pro e mini dal 2012, Mac Pro dal 2013, MacBook dal 2015 e Mac Studio.
Compatibilità Night Shift
Si tratta quindi semplicemente di un filtro luce blu, e quasi tutti i monitor sono dotati di una soluzione nativa del genere.
Per risolvere il problema ti basta utilizzare quello del monitor e non quello di macOS.
Se però usi un MacBook, probabilmente avrai Night Shift attivo, e quando collegherai il portatile al monitor, dopo il tramonto osserverai gradazioni strane, con colori sfalsati sul rosso o altro.
Night Shift è infatti compatibile solo con pochi monitor esterni, tra cui Apple Studio Display, Apple Pro Display XDR, Apple LED Cinema Display, Apple Thunderbolt Display, Display LG UltraFine 5K e Display LG UltraFine 4K.
Cosa fare con altri monitor
Se non vuoi spegnere Night Shift e attivare manualmente il filtro luce blu del tuo monitor ogni volta che colleghi il Mac, puoi usare f.lux. Si tratta di un'app gratuita (puoi donare 10 dollari per supportare lo sviluppo) che si avvia automaticamente al tramonto, proprio come Night Shift.
Inoltre offre una serie di funzioni aggiuntive, come la possibilità di scegliere la temperatura del colore di giorno, al tramonto e di notte, con dei preset personalizzabili, e impostare anche altre opzioni interessanti.
Un avviso: nella mia esperienza f.lux non funziona bene con BetterDisplay, quindi puoi provarla e vedere se dà problemi anche a te.
Altre caratteristiche
Nella scelta di un monitor, potrebbero interessarti una serie di altre caratteristiche, che non sono specifiche del Mac ma valgono per qualsiasi altro computer.
Tipo di pannello
A seconda delle tue necessità, potrai scegliere tra diversi tipi di pannello, a retroilluminazione LCD, TN, IPS (In-Plane Switching) o VA (Vertical Alignment), a retroilluminazione mini-LED (più rari) o senza retroilluminazione, gli OLED.
I monitor Apple sono pannelli LCD LED IPS di grande qualità, ma non tutti i pannelli IPS offrono la stessa resa.
Un monitor IPS è luminoso, offre una buona nitidezza e ottimi angoli di visione, ma può avere difformità o bleeding, ovvero punti in cui la luce esce in maniera irregolare dal bordo.
Un monitor VA è luminoso e offre colori vibranti come un IPS, ma han un rapporto di contrasto e livelli di nero migliori, il che consente di avere una qualità complessiva dell'immagine più appagante. Inoltre presenta tempi di risposta migliori.
Il difetto è che i monitor VA presentano angoli di visione più limitati.
Un monitor OLED offre contrasto e livelli di nero ineguagliabili, poiché un pixel OLED spento non emette alcuna luce, un colore più preciso e angoli di visione ottimi.
Questi monitor sono però molto costosi, cosi come i monitor mini LED, che utilizzano una serie di zone di illuminazione a LED indipendenti dietro il pannello del display per controllare con precisione la retroilluminazione.
Frequenza di aggiornamento e tempo di risposta
La frequenza di aggiornamento è il numero di volte in cui il monitor può aggiornare l'immagine ogni secondo.
A frequenze di aggiornamento più elevate corrispondono immagini in movimento più fluide, oltre a ridurre anche il ritardo di input perché una nuova immagine appare sul display più frequentemente.
La maggior parte dei monitor ha una frequenza di aggiornamento di 60Hz, ma alcuni hanno frequenze di aggiornamento di 144Hz, 240Hz o 360Hz, e persino a 500Hz e 540Hz in alcuni casi.
Chi non gioca può benissimo accontentarsi di 60Hz, ma un giocatore cercherà almeno 144Hz o 240 Hz, che ultimamente sono sempre meno costosi.
Il tempo di risposta è il tempo necessario al monitor per cambiare il colore dei pixel. I monitor hanno tipicamente un tempo di risposta da 1 a 30 millisecondi, valori sufficienti per lavorare, fare videochiamate, guardare video o fare editing di foto, mentre i monitor gaming arrivano anche a 0,2 ms.
Ergonomia
Assicurati che il tuo monitor offra le regolazioni adatte a te. Apple fa pagare un sovrapprezzo per uno stand che consenta regolazioni in altezza, oltre che inclinazione.
In genere monitor di terze parti offrono queste caratteristiche a prezzi inferiori, ma controlla sempre. E se vuoi la massima versatilità, cerca un monitor compatibile con lo standard VESA, in quanto consente di connetterlo a un supporto a muro o a un braccio di terze parti che permette maggiori regolazioni.
Anche il rivestimento dello schermo è importante: alcuni schermi sono lucidi, altri opachi antiriflesso. Assicurati di scegliere quello adatto alla tua postazione (ancora una volta, Apple fa pagare un sovrapprezzo per il rivestimento antiriflesso, che chiama nanotexture).
Webcam
Le migliori webcam consentono di presentarsi al meglio durante le videochiamate, ma per il massimo della comodità potresti volere un monito con una webcam integrata. Il problema è che si trova in particolare nei modelli più costosi, quindi sta a te valutare se cercare di ovviare alla mancanza di webcam spendendo di più per un monitor o aggiungerne una di terze parti con poche decine di euro.
Considera inoltre che macOS consente di utilizzare la fotocamera dell'iPhone come webcam, quindi potrebbe bastarti solo un accessorio per tenere il telefono in posizione orizzontale sul monitor.
Altoparlanti
Non tutti i monitor sono dotati di altoparlanti integrati, ma a meno che tu non voglia per forza una soluzione di questo tipo non si tratta di una caratteristica a cui prestare troppa attenzione.
Con poche decine di euro potrai comprarti altoparlanti in grado di fornirti una qualità audio decisamente migliore di qualsiasi altoparlante integrato.
HDR
L'alta gamma dinamica, o HDR, può avere un impatto drammatico sulle immagini, fornendo contenuti molto più vividi e realistici. Tieni presente che il supporto HDR significa semplicemente che un monitor può accettare e visualizzare un segnale HDR: non promette nulla sulla qualità dell'esperienza che, nella maggior parte dei casi, non è buona.
La maggior parte dei monitor per PC infatti non ha la luminosità necessaria per sfruttarla appieno, e anche i migliori non mantengono le promesse.
Se vuoi un ottimo HDR, cerca un monitor con tecnologia OLED o mini-LED, che sono in grado di offrire la gamma di contrasto e prestazioni cromatica necessarie per far risaltare davvero l'HDR. Ma costeranno di più.
I migliori monitor per Mac
Una volta compreso come scegliere un monitor per Mac, sei pronto al tuo agognato acquisto.
In questa nostra guida all'acquisto troverai i migliori monitor per Mac e MacBook selezionati a mano da noi e sempre aggiornati.
Che tu abbia un fisso o un portatile della Mela, adesso non solo saprai come trovare il monitor più adatto, ma anche quali modelli ci sono in offerta, in questo momento, sul mercato italiano.