Revenge Porn, come chiedere la rimozione dei contenuti dal web

SmartWorld team
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Revenge Porn, come chiedere la rimozione dei contenuti dal web

A grandi passi verso la rivisitazione delle norme sulla richiesta di rimozione dei contenuti dal web nell'ambito del cosiddetto revenge porn. Di cosa stiamo parlando? Di una vera e propria vendetta da parte di un ex. Il principio consiste nel pubblicare una foto, un video o una registrazione sonora di natura hard, senza il consenso della persona coinvolta.

Oggi, nell'arco di 10 minuti, una fotografia può essere condivisa decine di volte su reti come Twitter o Facebook. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questo fenomeno non si è manifestato con l'emergere di Internet. Nel 1980, sulla rivista americana a luci rosse Hustler Beaver Hunt, era possibile vedere fotografie scattate all'insaputa delle persone. Ma rimaniamo nella stretta attualità per capire cosa sta cambiando e cosa sta succedendo.

Revenge porn, fenomeno diffuso tra i giovani e tra gli adulti

Il fenomeno del revenge porn riguarda tutti: i giovani così come gli adulti. Lo schema è spesso lo stesso. Nell'intimità di una coppia, le parti possono scambiarsi foto o video di natura sessuale.

Poi, durante un litigio o dopo la rottura, uno dei due diffonde questo contenuto per spirito di vendetta, ai parenti o sui social network.

Lo smartphone è uno strumento molto intimo e allo stesso tempo ha una fortissima capacità di copertura mediatica. Può portare a una reazione di vendetta molto impulsiva. Non importa se le immagini sono state scattate dalla persona o con il suo permesso. È la loro diffusione ad essere punita dalla legge. Diffondere immagini di altri di natura sessuale, ma anche condividere queste foto per proprio conto sui social network è un reato.

A chi rivolgersi per chiedere la rimozione dei contenuti nell’ambito del revenge porn

Il Garante della privacy sta così mettendo a punto un nuovo sistema semplificato alla portata di tutti. Si tratta di un nuovo modulo online in base al quale ricevuta la segnalazione, l'Autorità ha 48 ore per ordinare la cancellazione dal web di foto e video a luci rosse diffusi senza il consenso.

La compilazione del modulo può essere fatta da chiunque abbia almeno 14 anni o da un genitore nel caso il figlio non abbia ancora raggiunto tale età. Le vittime di revenge porn hanno così una possibilità in più per chiedere e ottenere la rimozione dei contenuti diffusi senza il proprio consenso.

Revenge porn, reato e multe in vigore

Oggi è disponibile un altro modulo scaricabile dal sito, che però permette al Garante di intervenire solo sui contenuti intimi diffusi su Facebook e Instagram. Non a caso entrambi hanno raggiunto una intesa per contenere il reato di revenge porn, introdotto nel Codice penale con il provvedimento conosciuto come Codice rosso.

A norma di legge, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da 1 a sei 6 anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro.

Dopodiché, la stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. In pratica può essere punito allo stesso modo anche chi inoltra contenuti espliciti riferiti a una persona, senza il suo consenso.

L’importanza della prevenzione per evitare casi di revenge porn

Nella maggior parte dei casi di revenge porn, i genitori non sono informati delle pressioni a cui possono essere sottoposti i loro figli. Il modo migliore per evitare queste situazioni è quindi la prevenzione. Fin dalla giovane età, è necessario spiegare ai figli in cosa consiste il revenge porn. Tuttavia, è importante precisare che gli autori di reati non sono sempre ragazzi.

A partire dall'adolescenza, alcuni giovani vivono esperienze basate sulla violenza e si confrontano con problemi simili a quelli degli adulti. Non sempre sono consapevoli della relazione pericolosa che si può instaurare a poco a poco o se ne sono consapevoli capita che non vogliano riconoscere il problema perché si vergognano troppo o hanno paura di perdere il proprio partner.

Stare in silenzio significa correre il rischio che la violenza peggiori.