Il Popcorn Time per la musica è arrivato: Aurous (foto)

Leonardo Banchi
Leonardo Banchi
Il Popcorn Time per la musica è arrivato: Aurous (foto)

Popcorn Time ha riportato in moltissimi utenti l'amore per il protocollo BitTorrent, grazie alla facilità con la quale, utilizzando il programma, è possibile visualizzare film in streaming gratuitamente (e, lo ricordiamo, illegalmente!). Ebbene, era probabilmente solo questione di tempo prima che l'idea venisse trasportata anche in ambito musicale.

Il nuovo arrivato per lo streaming musicale è Aurous, un programma disponibile da oggi per Windows, OSX e Linux che, grazie alla sua interfaccia semplice ed intuitiva, mira a rendere la ricerca e l'ascolto di file musicali agevoli anche per le persone meno esperte.

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Il programma, sviluppato da Andrew Sampson e da un collaboratore conosciuto soltanto come "Dana" (forse per mettersi al riparo dagli stessi problemi che avevano afflitto il creatore di Popcorn Time?), aveva inizialmente cercato fortuna attraverso una campagna di raccolta fondi, che però si è conclusa rapidamente con un rimborso a tutti i finanziatori, lasciando presagire fin da subito la comparsa di problemi legali.

Tuttavia, gli sviluppatori non si sono arresi.

La versione alpha del programma, attualmente disponibile per il download, permette infatti agli utenti di ricercare canzoni specificandone il titolo, l'artista o il nome dell'album, proprio come accadeva nei più noti programmi per il P2P. In questo caso, però, invece che scaricare il brano sul proprio PC, il software ricorrerà allo streaming per proporre subito all'utente l'ascolto della canzone.

Aurous supporta molti formati: oltre ai classici MP3, infatti, potrete ascoltare canzoni in FLAC, WAV, OGG, OPUS e perfino WebA, il tutto senza nessuna pubblicità intrusiva o necessità di iscrizioni a pagamento.

Il panorama dell'ascolto musicale sarà quindi destinato a cambiare nuovamente dopo l'avvento di Aurous? A differenza di quanto successo in ambito cinematografico, infatti, servizi legali come Spotify, Apple Music o Play Music sono già riusciti a fare breccia nel cuore degli utenti, anche grazie a piani di abbonamento dai costi più che accessibili.

Basterà la semplicità d'uso a spostare nuovamente l'utenza verso l'illegalità?

Via: TheNextWeb