Chi comprerà ancora i tablet?

Forse è arrivato il momento di ripensare la lineup di iPad, e non solo.

Nell'ultima newsletter del giornalista Mark Gurman si parla del calo di vendite di iPad, che segue il più generale crollo del mercato tablet. Secondo i dati dell'ultima analisi di IDC, relative al Q3 2023, le vendite di iPad sono scese del 16,8% rispetto all'anno precedente e, più in generale, nell'ultimo trimestre 2023 le vendite di tablet sono crollate di un terzo (-29,9%) rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il dato non sorprende più di tanto: dopo un'esplosione di vendite durante gli anni della pandemia, il mercato dei tablet è in lento declino da due anni e le previsioni degli analisti non promettono bene. D'altra parte, adesso che quasi tutti ne hanno uno, non posso fare a meno di chiedermi: chi continuerà a comprare i tablet?

Analisi IDC sul mercato tablet

Per moltissimi consumatori, i mesi di lockdown durante la pandemia di Covid-19 sono stati l'occasione perfetta per acquistare un tablet: per avere un dispositivo in più per la didattica a distanza dei figli, per poter guardare un film in pace senza dover condividere uno schermo, perché si passava molto più tempo sul divano, o anche solo per sfizio.

Perché diciamolo, per la maggior parte delle persone, il tablet questo è: uno sfizio. Quando venne ideato il primo iPad, Steve Jobs e soci furono abili nel creare una necessità che aveva un suo perché: lanciato nel 2010, il primo iPad venne presentato come lo strumento per navigare su internet con la completezza dei desktop, ma con la comodità dell'interfaccia touch. Era il dispositivo con cui scoprire il mondo sdraiati sul divano: holding the internet in your hands diceva Jobs durante la presentazione, una delle tanti frasi estasianti e lapidarie che servivano a fissare nei consumatori il bisogno per cui iPad era stato pensato.

Ma quello era il 2010: gli iPhone avevano ancora un display da 3,5", i siti web non avevano design responsive (che si adatta alla dimensione dello schermo) e le smart TV quasi non esistevano. L'iPad era il compagno perfetto per il divano: che si trattasse di leggere un articolo, di cercare un'informazione sul web o guardare un video su YouTube, letteralmente non esisteva soluzione migliore.

Neanche a dirlo, il contesto oggi è completamente cambiato: gli smartphone hanno display molto più grandi e i video YouTube si guardano direttamente dalla TV. In buona parte, i tablet non sono più quei compagni da divano indispensabili che erano un tempo, e negli anni le aziende (Apple in primis) hanno cercato di renderli uno strumento più professionale. Basti pensare agli iPad Pro, ma in generale a come si è mosso il trend per i dispositivi top di gamma: impensabile presentare oggi un tablet di fascia alta, senza dotarlo di un pennino e una cover con tastiera.

Per alcuni specifici lavori creativi (illustratori, designer, etc) l'introduzione di Apple Pencil e altri stylus con sensori di pressione è stata una piccola rivoluzione, che ha permesso di poter lavorare molto più comodamente. Per altri professionisti che usano poco il computer, poter usare un tablet per firmare contratti o consultare documenti è stata sicuramente una grande innovazione. 

Ma queste sono nicchie di mercato, che non rappresentano il grande pubblico.

A questo, aggiungiamoci che – a differenza degli smartphone – i tablet sono strumenti che usiamo molto meno spesso e che cambiamo meno spesso: si usurano meno e la maggior parte delle persone li usa per compiti che non hanno bisogno di grandi prestazioni. Scrivo di tecnologia da quasi otto anni, ma in tutto questo tempo, ho comprato solo due tablet: un vecchissimo iPad 2 e un iPad base di 7a generazione, che utilizzo felicemente ancora oggi. Facendo questo lavoro, ovviamente ho provato molti altri modelli e ho ben presenti le differenze, ma per guardare Netflix in treno e prendere appunti il mio vecchio iPad del 2019 funziona ancora benone.

Torno quindi alla domanda del titolo: considerando come sono cambiati gli smartphone, considerando che in molti si sono tolti lo sfizio del tablet durante la pandemia, e considerando che i tablet si cambiano molto meno spesso che i telefoni, chi comprerà i tablet nei prossimi anni?

Ovviamente non ho una risposta, ma ho una proposta, specialmente per Apple e per Samsung: semplificare la lineup.

Sia Apple che Samsung, infatti, sono due delle aziende che diversificano di più quando si tratta di tablet: sul sito ufficiale di Apple, ci sono in vendita 6 modelli diversi (mini, base, base della generazione precedente, Air, Pro da 11 e Pro da 12,9), mentre dal sito di Samsung faccio fatica a contarli (c'è la nuova linea Galaxy Tab S9 composta da 3 modelli, ci sono i Galaxy Tab A e ci sono i modelli Lite). 

Abbiamo davvero bisogno di tutte queste varianti? Considerando per cosa usiamo i tablet, non basterebbe il modello-base-economico (che andrà bene per quasi tutti) e il modello-per-professionisti, che sarà scelto da illustratori e da quei pochi professionisti che hanno sostituito il laptop con il tablet?

Mi rendo conto che, in un mercato come quello tech, l'idea di ridurre l'offerta non sia una proposta allettante, ma temo che nei prossimi anni sarà necessario ripensare (e svecchiare) il settore tablet e chissà che semplificare la scelta (e ridurre i prezzi dei modelli entry-level) non possa convincermi a cambiare il mio iPad del 2019.

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