Google Fuchsia pigliatutto: rimpiazzerà Android e Chrome OS entro un lustro. Parola di Bloomberg.

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Google Fuchsia pigliatutto: rimpiazzerà Android e Chrome OS entro un lustro. Parola di Bloomberg.

Un nuovo report di Bloomberg dà vigore alle voci mai sopite che Google Fuchsia sia un sistema operativo "totipotente", destinato a rimpiazzare praticamente tutti gli altri dell'azienda. Secondo le fonti confidenziali di Bloomberg, che sarebbero a conoscenza dei piani di Google, Fuchsia dovrebbe essere ubiquo: dagli smartphone Pixel agli smart speaker, per non parlare di tutti gli altri dispositivi, anche di terze parti, che ora si affidano ad Android o Chrome OS.

La timeline per il suo avvento (ma sono dato che potrebbe molto facilmente cambiare) è di 3 anni per i dispositivi domestici (smart speaker in testa); da lì Fuchsia si sposterà anche ai laptop, sostituendo quindi Chrome OS, e nel giro di 5 anni potrebbe prendere il posto di Android.

Fuchsia sarebbe infatti progettato per superare vari limiti di Android. Anzitutto la sicurezza e la lentezza degli aggiornamenti, che hanno portato alla frammentazione che tutti oggi sperimentiamo e per la quale non sembra esserci soluzione.

In secondo luogo Fuchsia avrebbe i comandi vocali ancor più integrati (un must per Google) e si saprebbe adattare agilmente ad ogni tipo di dispositivo: dai laptop ad ogni piccolo device IoT, aprendo le porte a tutti gli altri (televisori, auto, frigoriferi, ecci.).

Al momento sono ovviamente speculazioni, anche perché rimpiazzare un sistema operativo che gira su miliardi di smartphone e che ha un ecosistema di applicazioni così vasto non è una cosa da fare alla leggera, infatti non tutti in Google ne sarebbero convinti. Per non parlare delle possibili ripercussioni legali, visto l'interesse della UE per Android. Fuchsia conterebbe però già su un team di 100 persone, tra le quali (part-time) anche quel Matias Duarte cui il design di Android è strettamente legato.

Chissà! Ne riparleremo tra un lustro. O forse anche prima. (O dopo.)

Fonte: Bloomberg
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