Perché Western Digital ha perso 6,5 miliardi di Gigabyte di memoria

Western Digital e Kioxia hanno ridotto la produzione di memorie flash a causa della contaminazione delle materie prime: cosa comporta
SmartWorld team
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Perché Western Digital ha perso 6,5 miliardi di Gigabyte di memoria

Come se non bastasse la crisi derivante dalla carenza di materie prime, ci sono aziende tech che devono affrontare quelle che nel settore sono vere e proprie catastrofi.

È il caso di Western Digital, che a metà febbraio ha annunciato un problema di contaminazione delle materie prime nelle linee di produzione di memorie flash NAND nei siti giapponesi di Yokkaichi e Kitakami, operate in joint venture con Kioxia, uno dei principali produttori al mondo di memorie per SSD. Con conseguente riduzione importante della produzione.

Cosa è successo

La problematica, ha spiegato Kioxia, ha coinvolto la produzione di flash 3D BiCS, usate ampiamente per gli SSD, e non le più tradizionali memorie 2D NAND flash. L'incidente ha però una pesante e inevitabile ricaduta, andando a impattare sui prezzi delle memorie flash e aggravando le problematiche cui stanno facendo fronte i fornitori delle aziende tecnologiche e in generale la crisi dei componenti elettronici.

Western Digital è uno dei principali produttori mondiale di dischi rigidi e ha una lunga storia come produttore di circuiti integrati. Kioxia è invece un produttore multinazionale di memorie per computer con sede a Tokyo, scorporato dal conglomerato tecnologico giapponese Toshiba nel 2019. WD utilizza la struttura di Kloxia per produrre alcuni dei suoi dispositivi di archiviazione SSD.

Quanto avvenuto a febbraio negli stabilimenti giapponesi, secondo le prime stime, ha causato la perdita dell'equivalente di 6,5 exabyte di memorie, pari a 6,5 miliardi di gigabyte. Un danno tale da produrre un impatto sulla disponibilità mondiale di memorie flash.

"Stiamo mettendo in pratica gli interventi e le misure necessarie per riportare le strutture al normale stato operativo il più rapidamente possibile - ha fatto sapere Kioxia in una nota – L'azienda non prevede che la spedizione della memoria NAND flash 2D tradizionale ne risentirà, e continuerà a fare ogni sforzo per ridurre al minimo l'impatto sui clienti".

"L'azienda - ha aggiunto Western Digital - sta lavorando a stretto contatto con il partner della joint venture, Kioxia, per implementare le misure necessarie che riporteranno le strutture al normale stato operativo il più rapidamente possibile".

Gli effetti sul mercato

Secondo un rapporto di TrendForce, la perdita di produzione è pari al 13% dei volumi attesi per il trimestre, e complessivamente al 3% di quelli dell'intero anno. Il che, secondo le stime, dovrebbe portare ad un aumento dei costi sul mercato delle memorie NAND flash nel secondo trimestre del 2022 compreso tra il 5 e il 10%, con un impatto sulla produzione di SSD ed eMMC. 

Per l'analista Aaron Rakers di Wells Fargo, considerando anche l'apporto di Kioxia al mercato, il valore potrebbe essere addirittura maggiore e aggirarsi intorno a 16 milioni di terabyte, ovvero il 10% della quantità di memorie flash impiegata a livello mondiale in un trimestre.

Cosa potrebbe succedere alla filiera

In un'intervista a indianexpress.com Jeff Janukowicz, vicepresidente della ricerca per l'archiviazione dell'International Data Corporation, ha provato a predire gli effetti che l'incidente avrà sui mercati.

"Il settore stava già affrontando l'incertezza dovuta al blocco alle fabbriche NAND Flash di Samsung, cui si aggiunge la continua carenza di semiconduttori, e questo annuncio complicherà ulteriormente le prospettive future - ha spiegato Janukowicz - Di conseguenza, mi aspetto che questa notizia porti a una fornitura di memorie flash più stretta a breve termine, portando a un più rapido rialzo più rapido".

Janukowicz si è detto convinto che quanto accaduto alla Western Digital aggraverà ulteriormente i problemi della catena di approvvigionamento già affrontati dalle industrie con la domanda di componenti in silicio, che si tratti di produttori di device personali come gli smartphone, sistemi di archiviazione aziendali o fornitori di servizi cloud. Il che significa che l'effetto sugli utenti finali non sarebbe necessariamente limitato agli utenti che cercano di procurarsi SSD per costruire i propri pc, e investire invece l'intero settore.

L'aumento dei prezzi delle memorie NAND è stato confermato anche da Western Digital, che in una comunicazione inviata ai partner ha chiarito che dopo l'incidente di febbraio "i costi sono aumentati in modo significativo nel breve termine, e il prezzo dei prodotti che sfruttano memorie flash aumenterà", senza però quantificare nel dettaglio.

"I prezzi delle memorie flash aumenteranno di sicuro - ha detto anche Hideki Yasuda, analista dell'Ace Research Institute - dando ulteriore carburante alla tendenza di crescita dei prezzi dei componenti legata allo shortage".