Se amate gli adblocker, forse sarebbe meglio passare a Firefox

Chrome rende più difficile la vita agli sviluppatori di adblocker
Vito Laminafra
Vito Laminafra
Se amate gli adblocker, forse sarebbe meglio passare a Firefox

Al giorno d'oggi, praticamente tutti i browser moderni permettono di installare estensioni di terze parti per personalizzare l'esperienza di navigazione sul web: tra le estensioni più utilizzate troviamo sicuramente gli adblocker, software che permettono di eliminare le pubblicità dalle pagine web. Questi utilizzano una tecnologia chiamata Web Request per funzionare, ma quest'ultima viene però supportata in maniera diversa dai tanti browser.

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In particolare, Chrome e Firefox hanno un approccio decisamente diverso per quanto riguarda Web Request: per Google, questa funzione in grado di esaminare i siti web che gli utenti visitano può mettere a serio rischio la privacy (e per questo ha introdotto lo standard Manifest V3 di cui parleremo dopo), mentre per Mozilla "non c'è nessun problema" e dunque continua a supportarla a pieno in Firefox.

Come detto, Manifest V3 definisce tutte le informazioni contenute nel file manifest delle estensioni Chrome: questo documento elenca le autorizzazioni, i permessi e tutte le risorse di sistema che l'estensione può utilizzare.

Per farla breve, in questa terza iterazione dello standard Manifest è stata rimossa la possibilità per gli sviluppatori di bloccare a priori il traffico indesiderato e dunque gli sviluppatori dovranno specificare in anticipo le regole sulla gestione di determinate tipologie di traffico, pratica tutt'altro che semplice. In generale, le estensioni e gli adblocker avranno "meno potere" rispetto a prima.

Per ragioni di compatibilità delle estensioni, Mozilla utilizza e continuerà ad utilizzare la maggior parte delle specifiche Manifest V3 in Firefox, ma continuerà a supportare anche  il blocco tramite Web Request tanto caro agli sviluppatori di adblocker. È bene specificare che gli adblocker non spariranno comunque da Chrome, ma semplicemente potrebbero essere più efficaci su Firefox.

Via: The Verge