Audacity è diventato uno "spyware"? Forse, ma gli utenti farebbero bene a leggere la nuova Privacy policy

Roberto Artigiani
Roberto Artigiani
Audacity è diventato uno "spyware"? Forse, ma gli utenti farebbero bene a leggere la nuova Privacy policy

In rete si moltiplicano le discussioni contro la nuova Privacy policy adottata da Audacity, uno dei più noti editor audio su Linux. Il programma - un beniamino degli utenti da lunga data vista la sua semplicità d'uso, interfaccia minimale e varietà di funzioni - è stato acquistato da poco dal Muse Group, un'entità che controlla anche programmi come Ultimate Guitar, MuseScore e Tonebridge, e gli utenti hanno iniziato da subito a temere che qualcosa potesse "rompersi".

Purtroppo i pessimisti sembrano aver avuto ragione, visto che il 2 giugno è stata pubblicata una nuova policy profondamente modificata e che contiene diversi elementi poco chiari e dall'aspetto allarmante per la privacy degli utenti. Le nuove regole specificano che il programma può raccogliere una vasta e non ben identificata quantità di dati personali e relativi al sistema su cui è installato per condividerli in caso di necessità dovuta a "applicazione delle leggi, cause e richieste di autorità statali".

In aggiunta, la policy afferma che gli stessi dati potrebbero essere scambiati con "terze parti, consulenti e potenziali acquirenti".

Oltre a messaggi e codici di errore, crash report e tipo di processore, il programma raccoglie anche l'indirizzo IP e lo archivia in maniera identificabile per 24 ore prima di cifrarlo. Questo lasso temporale, per quanto possa apparire ristretto, sarebbe in realtà sufficiente per permettere a entità governative di identificare gli utenti. Infine, anche se si dichiara che i dati raccolti rimarranno nello Spazio Economico Europeo, la policy accenna in maniera vaga alla possibilità che vengano trasferiti negli USA o in Russia.

Curiosamente poi è stato introdotto, a parole, il divieto di usare Audacity per i minori di 13 anni. Questo elemento rafforza le convinzioni di chi vede l'applicazione ormai come un modo per raccogliere dati personali, visto che secondo il GDPR al di sotto di una certa età (stabilità individualmente da ogni Stato) non si può rilasciare il consenso al trattamento dei dati.

 Se l'argomento vi appassiona, su Reddit e GitHub troverete discussioni dai toni piuttosto accesi in cui si preannuncia l'arrivo di un fork di Audacity.

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Via: Fosspost
Fonte: Audacity