Facebook spiega il perché del lungo blackout di ieri (aggiornato: ulteriori info)
Un banale aggiornamento di routine finito male, non un attacco hacker, sarebbe alla radice di tuttoTutti i servizi di Facebook, inclusi quindi WhatsApp ed Instagram, sono stati irraggiungibili per circa 6 ore nel corso della giornata di ieri, e dopo le tante ipotesi formulate inizialmente, l'azienda prova ora a dare una breve spiegazione ufficiale.
Facebook afferma che il lungo disservizio è stato causato da un cambio di configurazione dei suoi router finito male, causando un errore BGP (il protocollo usato per collegare tra loro più router) che si è propagato a catena isolandoli di fatto l'uno dall'altro e portando così tutti i servizi dell'azienda al collasso.
Lo stesso Mark Zuckerberg ha pubblicato delle scuse personali (oltre ad aver perso circa 6 miliardi di dollari nel giro di poche ore), promettendo di imparare da quanto successo per rendere l'intera infrastruttura più resiliente. Non si sarebbe comunque trattato di un attacco hacker, come alcuni temevano visto il perdurare dell'interruzione.
Facebook ha pubblicato un nuovo post con ulteriori spiegazioni tecniche su ciò che è accaduto. L'origine di tutto è stato un comando dato durante una normale manutenzione che ha causato lo spegnimento della dorsale che collega tutti i data center di Facebook sparsi per il mondo. Questa è stata la causa scatenante, il discorso sui DNS è secondario: hanno continuato a funzionare ma puntavano ad un servizio irraggiungibile.
Anche una volta che i tecnici di Facebook sono intervenuti poi, i protocolli di sicurezza in atto hanno rallentato il loro lavoro. Ed una volta riportata online la dorsale, non è stato possibile riportare tutto online in un lampo, altrimenti ci sarebbe stato un picco di potenza assurdo che avrebbe potuto causare altri danni. Le cose sono state fatte quindi con un minimo di "calma", in accordo alle esercitazioni svolte in precedenza, che avevano preparato per eventi simili a questo, ma purtroppo ci sono appunto dei tempi tecnici che non è stato possibile accorciare.
Sembra banale, ma parliamo di data center che consumano decine di megawatt ciascuno e di una dorsale che consiste in decine di migliaia di chilometri di cavi in fibra ottica che attraversano il mondo: per quanto il disservizio fosse grave, prima di fare ulteriori danni, la prudenza era d'obbligo.
E questo è quanto: nessun attacco hacker, nessun complotto. A meno che non crediate sia tutto un complotto, ovviamente.