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Casey Neistat non vuole passare a Pixel 6 perché non c'è iMessage

Un tweet che ci dice moltissimo sul market share di Apple e la diffusione delle app di messaggistica
Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Casey Neistat non vuole passare a Pixel 6 perché non c'è iMessage

Scorrendo Twitter, nella timeline ho notato un tweet di Casey Neistat, famosissimo YouTuber, vlogger e imprenditore:

Neistat è interessato ai nuovi Pixel, ma si domanda come fare a sopravvivere senza iMessage e FaceTime perché, dice, non c'è verso di convincere chiunque a scaricare un'altra app quando iMessage e FaceTime sono la norma.

Di per sé, questa non è una notizia, ma penso la dica lunga sulla diffusione di iPhone negli Stati Uniti e sulla scarsissima diffusione (almeno rispetto al nostro paese) di app di messaggistica di terze parti, come ad esempio WhatsApp.

Anche considerando che tra le risposte più in vista c'è quella di Dieter Bohn, direttore esecutivo di The Verge, che suggerisce un improbabile accrocchio che prevede l'utilizzo di AirMessage e un Mac sempre acceso.

Se siete pronti a urlare disperati al monitor, elencando le innumerevoli alternative ad iMessage, è comprensibile: WhatsApp, Telegram, Signal, Facebook Messenger e qualche altro centinaio di servizi che non nominiamo per brevità.

Ma più che enumerare le alternative, penso sia più interessante capire il perché una persona come Neistat possa avere difficoltà ad abbandonare iPhone e trovare un'app di messaggistica alternativa.

In primo luogo, se vi state indignando perché Apple mantiene l'esclusività su un servizio di messaggistica così diffuso, sappiate che è una scelta deliberata. Alcuni documenti depositati nel processo Apple vs Epic hanno evidenziato come in passato Apple avesse valutato di lanciare iMessage anche su Android, ma avesse scartato l'ipotesi proprio per mantenere gli utenti vincolati al proprio ecosistema, perché l'esclusività di iMessage è uno dei motivi per cui è così difficile abbandonare iPhone (almeno negli USA)

È cosa nota, infatti, che negli Stati Uniti la diffusione di iPhone sia estremamente più ampia rispetto all'Italia (o agli altri paesi europei): gli ultimi dati di Counterpoint riferiscono un market share di iOS del 53% nel secondo trimestre di quest'anno.

E guardando gli altri dati più recenti, si nota un picco del 65% nell'ultimo trimestre del 2020.

Fonte: https://www.counterpointresearch.com/us-market-smartphone-share/

La cifra è enormemente più elevata rispetto al 25% di market share di Apple in Italia (fonte: Statcounter), ma potrebbe essere meno netta di quanto qualcuno si aspetterebbe. Dopotutto, il 53% vuol dire che quasi una persona su due utilizza comunque Android, no?

Questo è vero se guardiamo alla totalità degli Stati Uniti, ma ci sono buone ragioni per pensare che la diffusione di iPhone sia ancora maggiore nei paesi più ricchi e più vicini (geograficamente, ma anche culturalmente) alla Silicon Valley. 

Purtroppo non sono riuscito a recuperare dei dati relativi al market share di iOS e Android per i singoli stati americani, ma ho trovato molto interessante un altro grafico (fonte Statista), relativo al numero di Apple Store per paese.

Il numero di Apple Store in California è impressionante: 54 negozi della mela, un dato altissimo se pensiamo che la California ha una popolazione di 39,5 milioni di abitanti.

Per dare un termine di confronto, l'Italia (con i suoi 60 milioni di abitanti) di Apple Store ne ha 17. Negli Stati Uniti al secondo posto c'è lo stato di New York, con i suoi 23 Apple Store (per 19,4 milioni di abitanti).

E dove vive Casey Neistat, che trova impensabile convincere tutti i suoi contatti a scaricare un'altra app? Proprio in California (Los Angeles, per la precisione), dopo essersi trasferito qualche anno fa dalla sua precedente abitazione a New York.

A questo aggiungiamoci pure che negli Stati Uniti non esiste un'app di messaggistica che viene considerata lo standard: WhatsApp non ha una diffusione neanche paragonabile a quella che troviamo in Italia (e in Europa in generale). 

Secondo questi dati (dicembre 2020) di Business Insider, negli Stati Uniti WhatsApp ha 75,1 milioni di utenti, contro i 35,5 milioni dell'Italia. Ma se le cifre assolute degli USA sono (ovviamente) maggiori, guardando la percentuale di utenti rispetto alla popolazione è evidente che WhatsApp non sia affatto uno standard come in Italia (grafici qui sotto via Backlinko).

Considerando che gli Stati Uniti hanno una popolazione di 329,5 milioni di abitanti (contro i 59,5 milioni dell'Italia), è facile calcolare che la percentuale di utenti WhatsApp rispetto alla popolazione è nettamente inferiore.

Stando ai numeri citati su, in Italia WhatsApp viene utilizzato dal 59,6% della popolazione (ossia più di 1 persona su 2), mentre negli USA la percentuale scende al 22,8% (poco più di 1 persona su 5).

Insomma, a ben vedere, è facile capire perché una persona come Neistat possa trovarsi in difficoltà ad abbandonare iPhone (e quindi iMessage e FaceTime). D'altra parte, nonostante l'abbondante diffusione di Telegram nel nostro paese, quanti di voi continuano comunque ad utilizzare WhatsApp per parlare con tutti, dalla nonna agli amici meno avvezzi alla tecnologia?