
Facebook in prima linea contro la piaga fake news: il numero di account rimossi è incredibile, ma non basta
Al giorno d'oggi le piattaforme sociali costituiscono un enorme fonte di informazione, la quale può assumere diverse sfumature. Il tutto può precipitare quando la qualità di questa informazione si rivela bassa, contribuendo e incentivando la diffusione di fake news.
Facebook ha ben presente quanto sia importante combattere la disinformazione e ha appena pubblicato un nuovo aggiornamento in merito ai suoi sforzi. In particolare, il colosso dei social ha effettuato una campagna di rimozione di account falsi, i quali sono tra le maggiori fonti di condivisione e generazione di disinformazione: solo tra ottobre e dicembre 2020 sono stati rimossi ben 1,3 miliardi di account falsi, un numero assurdo pur calato nel contesto di diffusione del social.
Inoltre, Facebook ha contrastato oltre 100 organizzazioni possibilmente correlate alla generazione strutturata di fake news. Tra le entità contrastate da Facebook ci sono anche quelle adottano sul social strategie volte al clickbait, rimosse anche grazie al supporto dell'intelligenza artificiale.
Facebook ha posto anche attenzione nel contrassegnare i contenuti fake news condivisi da utenti non consapevoli, limitandone la diffusione. In questo contesto, Facebook ha comunque rilevato che il 95% degli utenti non consulta l'avviso relativo alla potenziale disinformazione apposto al contenuto.
Le tematiche sulle quali Facebook sta producendo i maggiori sforzi nella lotta alla disinformazione sono il COVID-19, le elezioni politiche 2020 negli Stati Uniti e il cambiamento climatico. In queste tre branche attuali fioccano le fake news, anche alimentate da notizie fondamentalmente non fake ma costellate di titoli e approcci clickbait.
A chi accusa Facebook di avere degli interessi nei confronti della disinformazione, il social ha risposto con un esempio pratico: nel 2018 ha adottato delle misure per ridurre la diffusione delle fake news, agendo direttamente sulla diffusione dei post sul feed. Tale misura ha portato a una riduzione del tempo, pari al 5%, trascorso sul social da parte degli utenti nel trimestre immediatamente successivo a quello dell'introduzione delle nuove misure.