La crisi dei processori inizia a far sentire il suo pesante effetto sulle spedizioni globali di smartphone

Tutti i produttori sono colpiti più o meno allo stesso modo, tranne Apple
Roberto Artigiani
Roberto Artigiani
La crisi dei processori inizia a far sentire il suo pesante effetto sulle spedizioni globali di smartphone

Dopo la pessima annata del 2020 in cui la pandemia ha abbattuto la quantità di smartphone spediti in tutto il mondo, il mercato era pronto a un grande rimbalzo e, secondo le stime di inizio anno, sarebbe potuto tornare praticamente ai livelli del 2019. Nel 2021 invece abbiamo assistito - e assisteremo sempre più - a una drammatica crisi globale per quanto riguarda la produzione di processori. Questo singolo evento sta comprimendo le capacità produttive di tutti i marchi di tecnologia (e non solo) tanto da spingere gli analisti a rivedere al ribasso le stime per l'anno in corso.

Come riportato da Counterpoint ed evidente dal grafico a fine articolo, le unità spedite nel 2021 saranno di tre punti percentuali inferiori a quanto stimato in precedenza, passando da 1,447 miliardi a 1,414 miliardi di pezzi. Per fare un confronto nel 2020 sono state 1,331 miliardi, mentre nel 2019 1,479 miliardi.

La difficoltà nel reperire microchip sta colpendo nello stesso modo la quasi totalità dell'industria.

La situazione non sembra destinata a migliorare, per lo meno nel breve periodo: se fino a prima dell'estate i produttori si lamentavano di ricevere solamente l'80% dei SoC che ordinavano, ora ne stanno ricevendo il 70%. Samsung, Oppo, Xiaomi sono tutti interessati, l'unico che finora appare meno coinvolto è Apple.

Finora le aziende hanno cercato di sopperire alla situazione anticipando gli ordini e piazzando in simultanea prenotazioni per componenti meno pregiati con altri come CPU e sensori fotografici, notoriamente più cari. Ma le difficoltà di reperimento e trasporto delle materie prime sta comunque innescando una reazione a catena che intacca la capacità di risposta delle fabbriche, le quali, nonostante operino a pieno regime, non ormai riescono più a soddisfare le richieste. Infine Counterpoint segnala che se fino a qualche tempo fa i magazzini erano sempre pieni di hardware da spedire, ora stanno consumando rapidamente le scorte, che non vengono rimpiazzate in tempo.

Fonte: Counterpoint
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