
I limiti elettromagnetici del 5G in Italia resteranno bassi: bene o male?
Minori radiazioni non significa necessariamente maggiore sicurezza, ma anche aumento del numero di antenne, soprattutto nelle aree più popolate.Un emendamento al decreto Recovery proposto da Italia Viva, e sostenuto da PD, M5S e Lega (in teoria), oltre che dai ministeri all'Innovazione, alla Salute e alla Transizione Ecologica, incassa invece il no del ministero dello Sviluppo Economico, presieduto da Giancarlo Giorgetti (Lega), e di conseguenza non è stato votato e quindi rigettato di conseguenza.
Detto emendamento chiedeva di innalzare i limiti elettromagnetici italiani (6 volt/metro nelle aree con una forte densità di popolazione) ai livelli europei (60 volt al metro), e nonostante sembrasse cosa praticamente fatta, questa battuta d'arresto non sarà facile da superare.
Si potrebbe pensare che genericamente parlando sia un bene, dato che minori sono le emissioni minori sono i rischi; ma oltre al fatto che i limiti europei sono comunque ben inferiori alla soglia di rischio, avere dei vincoli così stringenti costringe semplicemente gli operatori ad aumentare il numero di antenne (che a loro volta comportano altri problemi/polemiche) o lasciare scoperte certe aree del territorio dove non diventi economicamente sostenibile realizzare una copertura adeguata.
Non da ultimo, visto che di fatto la spesa è maggiore per gli operatori, potrebbero arrivare dei rincari, oltre che causare un rallentamento nella diffusione delle nuove tecnologie.
La partita è comunque chiusa al momento, e visto come sono andate le cose non è detto che possa essere riaperta a breve. Se dovessero esserci novità comunque, ve le comunicheremo tempestivamente.