Xiaomi si quota nella borsa di Hong Kong con un'offerta pubblica valutata 54,3 miliardi di dollari
Il 9 luglio è una data che rimarrà nella storia di Xiaomi. Dalla piccola start-up con 13 dipendenti quale era nel lontano 2010, il produttore cinese è cresciuto esponenzialmente negli anni ed è ora pronto a spiegare le ali e a spiccare il volo nella porzione di cielo riservata a poche elette super multinazionali con quotazioni monstre.
Da tempo infatti Xiaomi era attesa al grande passo della quotazione in borsa e quel momento è giunto: il mercato finanziario di Hong Kong la aspetta a braccia aperte, forte di un'offerta pubblica iniziale (IPO) valutata attorno ai 54,3 miliardi di dollari, che farebbe entrare Xiaomi di diritto nella top 3 della storia dei titoli in ambito tech.
E non poteva essere altrimenti, visto il clamoroso boom del 2017, chiuso da Xiaomi con un fatturato pari ad oltre 14 miliardi di euro. Ma non si è trattato di un caso isolato, perché la crescita negli anni è stata solida e costante, frutto di una politica di investimenti coraggiosa, che le ha permesso di diventare uno dei maggiori colossi tecnologici in Cina, di conquistare il primato in India e di rivaleggiare con giganti del calibro di Samsung, Apple e Huawei persino nel mercato internazionale.
Oggi Xiaomi è un'azienda che non ha perso le ambizioni che l'hanno guidata sin dalla sua fondazione e che hanno permesso agli investitori iniziali di ottenere un ritorno economico di quasi 900 volte superiore. I dipendenti sono oltre 7.000 e gli orizzonti da esplorare sono ancora tanti. Grazie alla quotazione nella borsa di Hong Kong, Xiaomi potrà imprimere ancora maggiore forza alla sua ascesa. I rivali sono avvisati.