L'attivazione di ChatGPT come Ehi Google: la novità con Android 15
Durante l'anno che si è appena concluso abbiamo visto un incremento vertiginoso delle applicazioni che permettono di accedere all'intelligenza artificiale. E ChatGPT è stato sicuramente uno tra i primissimi servizi ad arrivare.
Qualche giorno fa abbiamo parlato di come il duello tra chatbot AI potrebbe spostarsi su piattaforma smartphone (ecco la raccolta con i migliori smartphone Android). Questo perché sono emerse online delle informazioni che indicano la futura possibilità di usare ChatGPT invece di Google Assistant sui dispositivi Android.
Torniamo a parlarne perché sono emerse ulteriori informazioni in merito. Queste puntano sulla possibilità di attivare addirittura altri assistenti intelligenti, dunque anche ChatGPT, tramite comandi vocali. Dunque, non sarà nemmeno necessario spingere alcun pulsante fisico o sull'interfaccia grafica per lanciare l'assistente alternativo ad Assistant.
L'attivazione dell'assistente vocale integrato tramite comando vocale è una possibilità che da tempo è presente sui dispositivi Android, soprattutto sui Pixel. Chiaramente la funzionalità è riservata all'attivazione di Google Assistant.
Su alcuni modelli Samsung è possibile attivare allo stesso modo Bixby.
La novità sarebbe dunque di particolare rilievo, perché aprirebbe la strada all'attivazione vocale di assistenti di terze parti, come appunto ChatGPT. Questa opzione è stata scovata, disabilitata, nella QPR2 di Android 14. Non è chiaro come sarebbe implementata l'attivazione tramite comando vocale, ma l'ipotesi è che ci si affidi al Private Compute Core (PCC) di Android.
Questo particolare livello di sistema permetterebbe ad Android di lanciare app o servizi, come appunto un assistente di terze parti, tramite l'identificazione di una parola chiave ma senza concedere l'accesso al microfono all'app o al servizio attivato. Questo è un grosso passo in avanti in termini di privacy.
In questo modo l'assistente di terze parti godrebbe di un accesso speciale al sistema, senza però particolari preoccupazioni sul fronte della privacy, visto che sarà sempre Android a gestire l'accesso al microfono e l'identificazione della parola chiave.
Avrete capito che la novità è ancora in fase di sviluppo e inaccessibile agli utenti finali.
Possiamo aspettarci la sua distribuzione con Android 15, anche se ancora Google non ha lanciato chiari segnali in merito.