Canone RAI: dalla bolletta al cellulare? L'ipotesi di Giorgetti

Paghiamo di più, per pagare di meno. Ma non è la sola ipotesi al vaglio.
Canone RAI: dalla bolletta al cellulare? L'ipotesi di Giorgetti
Nicola Ligas
Nicola Ligas

Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giorgetti sta pensando al futuro del Canone RAI, un argomento da sempre molto discusso. E se da una parte sembra sempre più sicuro l'addio alla bolletta dell'energia elettrica, il governo non esclude che l'obolo possa arrivare a interessare tutti gli utenti di telefonia mobile (ovvero praticamente chiunque).

Ribadiamo che si tratta solo di una ipotesi al momento, ma un'ipotesi sensata secondo Giorgetti, dato che RaiPlay è ormai un'app fruibile su smartphone, tablet, PC e altri dispositivi elettronici, e che così facendo il numero di contribuenti aumenterebbe senz'altro (difficile pensare a più di così - NdR), con conseguente riduzione del canone stesso.

Qualora il presupposto diventasse il possesso di un'utenza telefonica mobile si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro-capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni.

Ovviamente ci sono anche problemi pratici, dato che in una stessa famiglia possono esserci anche più utenze telefoniche che persone fisiche, e pertanto è necessario non solo stabilire un massimo per evitare rincari rispetto a prima, ma anche trovare un modo per accomunare profili diversi sotto uno stesso "tetto". Questa rimane quindi un'ipotesi di medio periodo, che non potrà certo essere applicata in tempi brevi.

Più nell'immediato potrebbe essere scorporata dal canone una somma relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai per la capacità trasmissiva (circa 300 milioni di euro), che andrebbero poi messi a carico della fiscalità generale, con aliquote diverse, riducendo però così il canone annuo.

Non ci sono insomma conclusioni definitive per il momento, ma il ministro fa appello al "principio di equità" e di attenzione alle fasce di popolazione meno abbienti, senza prescindere da "un'attenta revisione delle dinamiche di spesa dell'azienda", che in fondo è il modo più logico per risparmiare (per tutti).

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