ChatGPT bandito dal luogo di lavoro: Apple dice sì, e ha un'ottima ragione

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
ChatGPT bandito dal luogo di lavoro: Apple dice sì, e ha un'ottima ragione

In attesa di una più generale regolamentazione su ChatGPT e le IA generative, Apple si porta in avanti e mette al bando l'uso del chatbot di OpenAI da parte dei suoi impiegati. La ragione dietro questa decisione è molto semplice: l'azienda di Cupertino teme la raccolta dei dati inseriti dai suoi dipendenti da parte di OpenAI. Ironia della sorte, tutto ciò arriva il giorno successivo al lancio dell'app ufficiale di ChatGPT per iPhone, che ha semplificato maggiormente l'accesso a ChatGPT.

Secondo un articolo del The Wall Street Journal sulla lista nera di Apple ci sarebbe anche Copilot di GitHub, una IA dedicata alla programmazione, e se pensate che Apple sia solo troppo scrupolosa vi sbagliate. OpenAI salva infatti tutte le interazioni degli utenti con ChatGPT di default, anche deselezionando la cronologia (in questo caso rimangono per 30 giorni prima di essere cancellate), dato che le servono per addestrare il sistema stesso, e fargli "imparare" nuove cose; il problema è che queste registrazioni possono anche essere revisionate dai moderatori dell'azienda per assicurarsi che non ci siano violazioni dei propri termini di servizio, e questo potrebbe facilmente portare a fughe di notizie riservate su Apple e i suoi prodotti.

Apple non è certo la sola azienda ad aver preso una simile posizione, e molto probabilmente altre la seguiranno. Tra i nomi più famosi che l'hanno preceduta annoveriamo invece JP Morgan, Verizon, e Amazon; tutte società americane, ma visto l'elevato livello di attenzione che c'è in Europa sulle IA, di certo non resteranno a lungo da sole.