Cloud Gaming, Google Stadia deteneva una quota di mercato inferiore al 10%

Antonio Lepore
Antonio Lepore
Cloud Gaming, Google Stadia deteneva una quota di mercato inferiore al 10%

Il CMA del Regno Unito (Competition and Markets Autothority) ha diffuso alcuni dati relativi al cloud gaming. Da queste statistiche sono emerse delle notizie davvero interessanti, a partire da quella riguardante Xbox Cloud, che nel corso dell'anno ha ottenuto una quota di mercato fino al 70%, mentre Stadia di Google ha volato piuttosto basso, conquistando una fetta che non è andata oltre al 5%.

Entrando di più nel vivo della notizia, i dati – che provengono dalle compagnie coinvolte e si rivolgono a tutto il mondo – interessano l'intero 2021 ed una parte del 2022 (fino a luglio). Nel dettaglio, ecco tutte le percentuali:

Quota di mercato del cloud gaming, 2021:

  • Xbox Cloud: 20-30%
  • PlayStation Cloud: 30-40%
  • Nvidia GFN: 20-30%
  • Google Stadia: 5-10%

Quota di mercato del cloud gaming, 2022:

  • Xbox Cloud: 60-70%
  • PlayStation Cloud: 10-20%
  • Nvidia GFN: 10-20%
  • Google Stadia: 0-5%
  • Amazon Luna: 0-5%

Soffermandoci un attimo sui dati, emerge chiaramente che il servizio di Google non è riuscito ad avere un forte impatto su questo mercato.

Addirittura, nella prima metà del 2022 – quando ancora non era stata annunciata la chiusura della piattaforma – la quota di mercato è diminuita fino ad assestarsi tra lo 0 ed il 5%. A riguardo, però, occorre chiarire che non è stato fornito il numero di persone che giocano in cloud e che quindi diventa complicato, se non impossibile, effettuare un'analisi ancora più profonda. Inoltre, l'organo regolatore ha evidenziato che una delle possibili cause di questo insuccesso sia da attribuire alla mancanza di contenuti, legata all'utilizzo di Linux OS.

Infine, da questi dati emerge chiaramente un dominio del settore da parte di Microsoft, Sony e NVIDIA. E a proposito di Microsoft, l'organo del Regno Unito ha dichiarato che la fusione tra Activision-Blizzard e la stessa Microsoft potrebbe rendere complicata la vita ad altre piattaforme, soprattutto se si dovesse decidere di rendere esclusivi alcuni titoli.