Conclusa la fase di test di IT-Alert: ha funzionato?
La fase di test di IT-Alert è giunta al termine, quindi è arrivato il momento di fare il punto della situazione di ciò che ne è stato. Ovviamente, chi può farne il bilancio è la Protezione Civile, che ha raccolto i dati inviati tramite i questionari in forma anonima nel periodo di prova tra giugno e ottobre.
Dopo aver coinvolto la Provincia autonoma di Bolsano, il sistema nazionale di allarme è riuscito a rendere partecipe del progetto la popolazione italiana grazie alla tecnologia Cell-Broadcast, che si muove al di fuori di app o servizi di messaggistica.
L'obiettivo era sì di farlo conoscere agli italiani, ma anche di verificarne il funzionamento, che sarebbe potuto essere condizionato dai vari tipi di smartphone o di sistema operativo. Sono stati compilati circa 2.700.000 questionari in tutta Italia, che hanno fornito una serie di informazioni uniformi e qualcuna singolare.
Circa il 93% delle persone hanno ricevuto il messaggio e nell'orario previsto.
Tuttavia, ci sono state comunque delle difficoltà: la principale è stata la sparizione del messaggio dopo la visualizzazione, che di conseguenza potrebbe essere la causa responsabile del non elevato numero di questionari compilati.
Il vero problema è stata la comunicazione del progetto, perché circa l'11% delle persone non sapeva che fosse un messaggio istituzionale, quindi ha pensato che fosse un virus o una nuova campagna di telemarketing piuttosto invasiva. Infatti, gli italiani si sono informati in merito soprattutto grazie al web, mentre in misura decisamente ridotta tramite altri mass media.
In ogni caso, si può parlare di un effettivo miglioramento del sistema di allarme rispetto ai primi mesi in cui era stato testato, sebbene servano ancora delle revisioni e degli affinamenti per renderlo completamente operativo e affidabile.