Epic vs. Google: BigG avrebbe elargito ingenti somme per convincere gli sviluppatori a restare nel Play Store
Google avrebbe creato "Project Hug" per convincere i migliori sviluppatori a restare sul Play Store insieme alle loro creazioni, distogliendo le loro attenzioni dall'esempio di Epic Games, con centinaia di milioni di dollari. Dopo la rivelazione emersa poco fa riguardo i pagamenti fatti da BigG per convincere i produttori a non pre-installare store alternativi al Play Store sui loro dispositivi, emerge un altro aspetto della complessa vicenda. Mentre il dibattito giudiziario prosegue, le carte continuano a svelare storie che finora non erano arrivate al pubblico.
Nell'accusa di Epic contro Google c'è la creazione di un apposito programma per impedire che gli sviluppatori più grandi e di successo, potessero essere tentati di fare come Epic Games con Fortnite: aprire un proprio store proprietario in cui dirottare gli utenti, magari offrendo condizioni e prezzi migliori. Le stime interne prodotte nella causa parlano di una perdita valutata tra i 350 milioni e 1,4 miliardi di dollari in mancati incassi per Google.
Ma se il processo fosse arrivato a coinvolgere giganti come Amazon e Samsung le cifre sarebbero schizzate oltre i 6 miliardi.
Project Hug - successivamente ribattezzato "Apps and Games Velocity Program" - mirava a dare "un caldo e amoroso abbraccio" a quelle case di produzione considerate più a rischio di subire il fascino dell'azione portata avanti da Epic (come Tencent o Activision Blizzard). Nella pratica si trattava di elargire promozioni e benefici economici per centinaia di milioni di dollari tramite accordi segreti. Stando ai documenti interni di Google, il programma ha centrato in pieno l'obiettivo.
Al riguardo, uno dei portavoce di Mountain View ha dichiarato che si tratta di operazioni per competere con gli altri store e con gli altri sistemi operativi e ottenere l'attenzione di aziende e sviluppatori premiando i migliori e aiutandoli a raggiungere più utenti. Insomma un segno di salute in un mercato sano.