Google, Microsoft, Samsung, Amazon, Intel sono tutte in crisi. Apple per ora resiste

Alessandro Nodari
Alessandro Nodari
Google, Microsoft, Samsung, Amazon, Intel sono tutte in crisi. Apple per ora resiste

La crisi dei chip e la guerra in Ucraina hanno inciso profondamente sull'economia globale, e negli ultimi giorni di ottobre le borse hanno dimostrato un generale nervosismo, determinando un tracollo del comparto tecnologico a Wall Street.

Grandi aziende dell'high tech come Samsung, Intel, Meta, Amazon e Google, hanno infatti registrato perdite consistenti nonostante utili non proprio in rosso, e se Apple riesce a superare le attese, sono soprattutto le previsioni per il medio termine ad affondare i mercati. Ma cerchiamo di capire cosa sta succedendo. 

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Che il mondo della tecnologia sia in crisi, è un dato di fatto. Le spedizioni di smartphone e computer sono in calo e in generale il mercato è in forte contrazione, come evidenziato dalle chiamate agli utili dell'ultimo trimestre. 

Giusto per dare un'idea, la scorsa settimana i titoli delle cinque maggiori aziende high tech americane (Google, Amazon, Meta, Apple e Microsoft) hanno perso un totale di 700 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, qualcosa che è stato definito un "brusco risveglio".

Ma è tutto il settore a dare segni di cedimento, con società come Samsung e Intel che hanno perso percentuali a doppia cifra. Vediamo nel dettaglio i diversi casi. 

Iniziamo con Samsung, la peggiore dal punto di vista degli utili. Il nuovo amministratore delegato Lee Jae-yong, terza generazione della dinastia, si trova al comando di una società che ha registrato un calo annuo degli utili netti del 23,6%, soprattutto a causa della crisi dei chip, con previsioni per il 2023 non proprio rassicuranti a causa del perdurare delle situazioni geopolitiche.

Forte contrazione anche per Intel, che riporta un calo del 15% annuo per quanto riguarda gli utili, un risultato sopra alle attese viste le diminuzioni delle entrate nell'ordine del 22% nei trimestri precedenti. Questo, e l'annuncio di effettuare tagli per 10 miliardi di dollari per il 2025 (insieme al 20% del taglio del personale), hanno fatto rimbalzare il titolo in borsa, che ha registrato un +7%. 

Arriviamo a Google e Microsoft, le cui azioni sono crollate del 7% (152 miliardi di dollari bruciati in una settimana) nonostante i conti non proprio deludenti. Per quanto riguarda Google (il più grande fornitore di pubblicità digitale degli Stati Uniti), i ricavi sono in crescita, ma a un tasso mai così basso dal 2013, che preoccupa gli investitori. Inoltre, anche se i risultati della piattaforma cloud sono sopra le attese, la pubblicità su YouTube ha registrato il primo calo da quando ne vengono divulgati i risultati separatamente, il che ha spinto il CEO Sundar Pichai ad ammettere che è un momento difficile per il mercato pubblicitario, soprattutto se confrontato con l'incredibile 2021.

Anche Microsoft cresce, con ricavi su dell'11% su base annuale e utili in ribasso ma sopra le attese. Ciononostante, i risultati deludenti del settore cloud (positivi ma sotto alle attese) hanno spinto il titolo in basso, ora sotto del 26% rispetto all'inizio dell'anno e perdite in borsa che nella scorsa settimana sono arrivate a 179 miliardi di dollari.

Lo stesso discorso vale per Amazon, con utili superiori alle aspettative e ricavi positivi (+15%) ma meno di quanto ci si aspettasse il che, insieme alle previsioni per il medio termine, hanno causato un crollo in borsa del 12,4%. Questo ha comportato una perdita azionaria in soli tre giorni di ben 228 miliardi di dollari (la peggiore del lotto da questo punto di vista), di cui quasi 130 all'apertura dei mercati di venerdì, dopo la pubblicazione del rapporto trimestrale.

In questo scenario, che mostra la grande paura delle borse e la poca fiducia nei risultati attuali, l'unica a conservare un po' di ottimismo è Apple. Nonostante le vendite di iPhone in ribasso rispetto all'anno scorso, l'ottimo risultato dei Mac ha consentito di trainare i conti della casa di Cupertino oltre le attese, con entrate su dell'8% per un fatturato di 90,10 miliardi di dollari e perdite in borsa nell'ultima settimana di soli 39 miliardi di dollari.

Anche per Apple, però, la situazione è piuttosto volatile, con il titolo in calo del 18% da inizio anno. Niente, rispetto al -24,56% di Meta, che ha registrato perdite per 27,7 miliardi di dollari e 102 miliardi di dollari bruciati nell'ultima settimana, ma che conferma una situazione di generale panico a Wall Street.

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