Google e l'AR: una piattaforma per tutti e un dispositivo Pixel?
Cambiamenti nel team di sviluppo: ora il lavoro è separato tra i gruppi che lavorano su Android e PixelSe quest'anno tutti i riflettori sono puntati su Apple e sul suo visore per la realtà mista (ecco i migliori sul mercato), anche Google non sta con le mani in mano e sembra puntare sempre più al settore nascente.
La scorsa settimana infatti ha fatto scalpore la notizia dell'addio di Clay Bavor, il capo di Google AR da 8 anni e da 18 anni impiegato a Mountain View. Ma da una fonte interna sembra che Google abbia deciso di non sostituirlo direttamente, e invece spostare il suo lavoro in due squadre di lavoro diverse, Platforms & Ecosystems (Piattaforme ed Ecosistemi) e Devices & Services (Dispositivi e Servizi). Vediamo cosa sta succedendo.
Google ha deciso di separare lo sviluppo hardware e software
Ma facciamo un passo indietro. Finora il lavoro di Google nella realtà aumentata si è rivelato piuttosto inconsistente. I famosi Google Glass sono stati relegati al settore industriale e per qualche tempo non ci sono state grosse novità.
Nel 2020 c'era stata l'acquisizione di North e a inizio 2022 Google ha iniziato a testare i suoi prototipi AR nel mondo reale.
Poi a dicembre è stata rilasciata l'app Google Glass Enterprise Companion, che ha portato nuove funzioni grazie all'utilizzo della potenza computazionale dei Pixel.
Nel frattempo, qualcosa si è mosso anche dal punto di vista del marketing, con un'esibizione live in AR di una band musicale, e delle collaborazioni, con l'annuncio da parte di Samsung di un visore per la realtà estesa (XR), realizzato proprio in collaborazione con Google e Qualcomm.
E arriviamo a oggi. Come abbiamo detto, l'addio di Bavor ha portato a una rivoluzione all'interno di Google, e secondo fonti interne, riportate da 9to5Google, il team di sviluppo Google AR verrà suddiviso in due gruppi: Platforms & Ecosystems e Devices & Services.
Devices & Services è gestito da Rick Osterloh e si occupa dello sviluppo dei dispositivi fisici, come i telefoni Pixel, Pixel Tablet, Pixel Watch, Chromecast, Fitbit e prodotti Nest.
Osterioh non doveva essere proprio estraneo allo sviluppo AR, se ricordiamo che già nel 2020 era stato lui ad annunciare l'acquisto di North.
Platforms & Ecosystems, invece, è gestito da Hiroshi Lockheimer, ed è sicuramente lui che controlla la collaborazione con Samsung per il suo visore per la realtà estesa, senza considerare che proprio lui è uno dei maggiori promotori delle funzionalità AR di Google Maps e Lens, come ribadito anche all'evento di Samsung del 1° febbraio, quando sono stati presentati i Galaxy S23.
Dove ci porterà questo?
Cerchiamo di riprendere le fila e cercare quindi di capire dove Google stia andando (mossa azzardata, in alcuni casi).
Prima Google AR era un'entità a sé stante, in cui sviluppo hardware e software procedevano di pari passo. Ora, se le voci dovessero essere confermate, si allineerà agli altri prodotti Google, con una divisione impegnata nello sviluppo hardware e un'altra in quello software, e c'è già un'azienda, Samsung, pronta a usare il sistema operativo creato da Google (un apripista, come per i pieghevoli).
Capiamo già dove questo potrebbe portare. I dispositivi AR diventerebbero come qualunque altro prodotto, e Google produrrà una piattaforma Android specifica pronta per essere distribuita ai produttori di terze parti, proprio come avviene per telefoni, tablet o smartwatch.
Al momento non sappiamo se sarà effettivamente così, ma l'ipotesi è certamente suggestiva, e gli sforzi di Google nel settore software, soprattutto Maps e Lens, come confermato anche da Sundar Pichai, lo suggerirebbero.