SIAE voleva il 310% in più da Meta per il rinnovo dei diritti

Vincenzo Ronca
Vincenzo Ronca
SIAE voleva il 310% in più da Meta per il rinnovo dei diritti

Qualche giorno fa è esplosa online la rilevante notizia relativa alla rimozione di gran parte dei contenuti musicali dai social di Meta in Italia. La novità ha riguardato essenzialmente Instagram e Facebook, quelle piattaforme in cui spesso vengono abbinati contenuti musicali a quelli condivisi sul social.

Alla base di tutto ciò c'è il mancato rinnovo dell'accordo tra SIAE e Meta che regola le licenze d'uso di brani musicali in Italia. Ora sembra chiarirsi anche la ragione principale dietro una decisione così drastica e rilevante per milioni di utenti.

Angelo Mazzetti, responsabile affari istituzionali di Meta, ha tenuto un'audizione alla Camera durante la quale ha rivelato interessanti dettagli su come sarebbe andata la rottura tra SIAE e Meta. Mazzetti ha riferito che la rottura non è stata unilaterale da parte di Meta, come era stato sostenuto da alcuni rappresentati della SIAE.

Alla base della rottura invece ci sarebbe stata una richiesta di diritti da parte della SIAE giudicata eccessiva da Meta.

Come specificato da Mazzetti "l'importo richiesto da SIAE è stato di 4 volte superiore all'importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente gli stessi".

L'accordo sarebbe scaduto il 15 dicembre 2022, con le trattative iniziate già ad agosto 2022. Fino all'ultimo Meta avrebbe provato a negoziare, ma a quanto SIAE non avrebbe ceduto. Alla fine delle negoziazioni, SIAE ha chiarito a Meta che "si sarebbe rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310%". A quel punto c'è stata la rottura definitiva.

Dopo il mancato rinnovo, Meta si è vista costretta a rimuovere tutto il catalogo musicale coperto da diritto d'autore perché SIAE ha rifiutato la proroga delle licenze richieste dalla stessa Meta per avere ulteriore e proseguire le trattative. Su questo, Meta chiarisce: "Non potevamo tollerare l'utilizzo del repertorio SIAE senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio SIAE proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia".

Insomma, la campana di Meta fornisce un quadro differente rispetto a quello inizialmente condiviso da SIAE. Ciò che rimane chiaro e limpido in tutta questa vicenda è che coloro che andranno maggiormente a perderci sono gli utenti e gli artisti.