Diamo un'occhiata a come sta per cambiare il sideload delle app su Android

Alessandro Nodari
Alessandro Nodari
Diamo un'occhiata a come sta per cambiare il sideload delle app su Android

In questi ultimi anni, gli enti regolatori hanno cercato di combattere il monopolio dei due store di app più importanti al mondo, App Store e Play Store, e sebbene Google sia più permissiva di Apple, ha dovuto venire a patti con gli Stati Americani (avete dato un'occhiata alla nostra selezione delle migliori app per trovare lavoro?).

Nelle scorse ore, infatti, è stato rivelato che la GrandeG a settembre aveva raggiunto un accordo con i 50 Stati statunitensi in una causa sulle pratiche del Play Store. È stata la stessa Google a chiarirlo in un post sul suo blog, e uno degli effetti (oltre a dover staccare un assegno da ben 700 milioni di dollari) è la semplificazione del sideload. 

Per chi non lo ricordasse, il sideload è quella pratica che consente di installare app su un dispositivo al di fuori dello store. Google la consente, ma la osteggia con una serie di avvisi piuttosto terrificanti, e ora tutto questo cambierà, rendendo più semplice l'operazione.

A svelare cosa attenderci è il solito attentissimo Mishaal Rahman, che su Telegram ha pubblicato i dettagli della novità. In pratica se adesso, quando provate a installare un'app al di fuori del Play Store, dovete passare per due schermate, una di avviso e una di effettiva attivazione, in futuro tutto sarà combinato in un'unica. 

Attualmente infatti dopo aver scaricato un'app, per esempio da APK Mirror, e la toccate per installarla, vi viene mostrata una finestra pop-up con l'avviso "Per la tua sicurezza, il tuo telefono non è attualmente autorizzato a installare app sconosciute da questa fonte. Puoi modificare questa opzione nelle Impostazioni", e se toccate la voce Impostazioni verrete rimandati alla pagina "Installa app sconosciute" che consente di abilitare il sideloading dalla fonte specificata. 

Con la nuova funzione, le due schermate saranno unite e apparirà solo una pagina con un testo che recita: "Il tuo telefono attualmente non è configurato per installare app da questa fonte. Concedere questa autorizzazione di origine per installare app potrebbe mettere a rischio il tuo telefono e i tuoi dati".

Google non ha però fatto questa concessione ad libitum, e infatti dovrà mantenere l'impostazione come predefinita per un periodo di cinque anni dopo la sua implementazione e non potrà "introdurre ulteriore complessità materiale o carico nel flusso di sideloading predefinito rivisto solo perché un'app è stata caricata da altre fonti invece di essere scaricata da Google Play".

In realtà l'autorizzazione deve essere fatta solo una volta e dopo essere stata concessa il sistema vi chiederà semplicemente se vorrete installare un'app al di fuori del Play Store, ma nondimeno è un grande passo avanti

Nel post del suo blog, Google descrive l'azione come un modo per riaffermare l'apertura e la scelta degli utenti, senza per questo sacrificare la sicurezza, ma come possiamo intuire non è stata una sua volontà.

Oltre ad aver sborsato 700 milioni di dollari (di cui 630 milioni di dollari saranno versati in un fondo di regolamento per i consumatori, mentre 70 milioni di dollari saranno versati in un fondo per gli Stati), nei termini dell'accordo figurano anche opzioni di fatturazione alternative nel Play Store per gli acquisti in-app, che consentiranno agli sviluppatori di mostrare anche diverse opzioni di prezzo all'interno dell'app (ad esempio offerte tramite il sito proprio web o un app store di terze parti).

Google ha ribadito di aver sperimentato questa fatturazione alternativa negli Stati Uniti per oltre un anno, e che ora la estenderà anche ad altri mercati.

Fonte: Google
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