Tra poco anche chi aveva la spunta blu su Twitter prima dell'era Musk dovrà pagare

Tra poco anche chi aveva la spunta blu su Twitter prima dell'era Musk dovrà pagare
Alessandro Nodari
Alessandro Nodari

Continuano inesorabili i cambiamenti di Twitter 2.0, ovvero il Twitter (ecco come funziona) dell'era Musk, caratterizzato da una spiccata attenzione verso i tweet del suo fondatore, da una maggiore "libertà" di pensiero e da un modello di business più conservativo. 

Quest'ultimo punto si è tradotto in una espansione a livello mondiale di Twitter Blue, il piano in abbonamento della piattaforma, in un suo rincaro e soprattutto, come dice Musk, in una "proletarizzazione" della spunta blu, che certifica in qualche misura l'identità del proprietario dell'account. Il che si traduce nella semplice regola: chi paga ce l'ha, chi non paga non ce l'ha. 

Questo ha prodotto una serie di storture, nel senso che mentre prima la spunta veniva concessa a figure o organizzazioni di spicco, come celebrità, politici, grandi marchi e testate giornalistiche (gratuitamente), il passaggio a una concessione a pagamento (a certe condizioni di idoneità) l'ha resa accessibile a chiunque.

  

Il cambiamento è piuttosto drastico, in quanto la spunta ora non è tanto un segno di autenticazione quanto invece un'indicazione che un account è registrato al servizio a pagamento di Twitter e soddisfa determinati requisiti.

Fino a oggi però c'era una sorta di "zona grigia", ovvero chi prima deteneva la spunta blu ha potuto tenerla senza per questo dover passare a Twitter Blue. Elon Musk deve aver deciso di voler incassare anche da questi utenti (power to the people sembra essere il suo mantra), e così dal 1° aprile verranno tolte le spunte blu agli utenti che non avranno sottoscritto il piano a pagamento.

Il 1° aprile inizieremo a chiudere il nostro programma legacy verificato e rimuovere i segni di spunta verificati legacy, ha twittato ieri la società. 

La mossa non giunge certo a sorpresa. Da moderno Robespierre e in quanto tale paladino di libertà, eguaglianza e fraternità, Musk si è da sempre scagliato contro i privilegi, dichiarando apertamente già a novembre dell'anno scorso come i segni di spunta legacy fossero da abolire.

L'impatto sarà notevole, in quanto un certo numero di celebrità, politici, star dello sport, influencer e giornalisti perderanno il segno blu, a meno che non si iscrivano a Twitter Blue, che ricordiamo costa da web 7 o 8 euro al mese (a seconda che si sottoscriva un abbonamento annuale o mensile) o da app 11 euro al mese con abbonamento mensile.

La vera domanda però è: ha ancora senso pensare al segno di spunta come a un certificato di autenticità dell'account?

Mostra i commenti