
Tra poco anche chi aveva la spunta blu su Twitter prima dell'era Musk dovrà pagare
Continuano inesorabili i cambiamenti di Twitter 2.0, ovvero il Twitter (ecco come funziona) dell'era Musk, caratterizzato da una spiccata attenzione verso i tweet del suo fondatore, da una maggiore "libertà" di pensiero e da un modello di business più conservativo.
Quest'ultimo punto si è tradotto in una espansione a livello mondiale di Twitter Blue, il piano in abbonamento della piattaforma, in un suo rincaro e soprattutto, come dice Musk, in una "proletarizzazione" della spunta blu, che certifica in qualche misura l'identità del proprietario dell'account. Il che si traduce nella semplice regola: chi paga ce l'ha, chi non paga non ce l'ha.
Questo ha prodotto una serie di storture, nel senso che mentre prima la spunta veniva concessa a figure o organizzazioni di spicco, come celebrità, politici, grandi marchi e testate giornalistiche (gratuitamente), il passaggio a una concessione a pagamento (a certe condizioni di idoneità) l'ha resa accessibile a chiunque.
Il cambiamento è piuttosto drastico, in quanto la spunta ora non è tanto un segno di autenticazione quanto invece un'indicazione che un account è registrato al servizio a pagamento di Twitter e soddisfa determinati requisiti.
Fino a oggi però c'era una sorta di "zona grigia", ovvero chi prima deteneva la spunta blu ha potuto tenerla senza per questo dover passare a Twitter Blue. Elon Musk deve aver deciso di voler incassare anche da questi utenti (power to the people sembra essere il suo mantra), e così dal 1° aprile verranno tolte le spunte blu agli utenti che non avranno sottoscritto il piano a pagamento.
Il 1° aprile inizieremo a chiudere il nostro programma legacy verificato e rimuovere i segni di spunta verificati legacy, ha twittato ieri la società.
La mossa non giunge certo a sorpresa. Da moderno Robespierre e in quanto tale paladino di libertà, eguaglianza e fraternità, Musk si è da sempre scagliato contro i privilegi, dichiarando apertamente già a novembre dell'anno scorso come i segni di spunta legacy fossero da abolire.
L'impatto sarà notevole, in quanto un certo numero di celebrità, politici, star dello sport, influencer e giornalisti perderanno il segno blu, a meno che non si iscrivano a Twitter Blue, che ricordiamo costa da web 7 o 8 euro al mese (a seconda che si sottoscriva un abbonamento annuale o mensile) o da app 11 euro al mese con abbonamento mensile.
La vera domanda però è: ha ancora senso pensare al segno di spunta come a un certificato di autenticità dell'account?