I nome utente di Telegram sono in vendita, mentre Pavel Durov si scaglia contro Apple

Vito Laminafra
Vito Laminafra
I nome utente di Telegram sono in vendita, mentre Pavel Durov si scaglia contro Apple

A fine agosto, il fondatore di Telegram Pavel Durov aveva annunciato che l'azienda era intenzionata a rimettere a disposizione i nomi utente "premium" che sono però inutilizzati: Durov aveva parlato della possibilità di creare delle aste per aggiudicarsi questi username particolari (si parla di nomi con quattro o cinque lettere o di parole di uso comune), ed è esattamente quello che ha fatto.

Canale Telegram Offerte

Telegram ha inaugurato un nuovissimo marketplace, chiamato Fragment, nato dalle ceneri di TON, una blockchain creata proprio dal team dell'app di messaggistica e mai effettivamente utilizzata. I nomi utenti più interessanti, come @bank, @sport o simili, sono già disponibili sulla piattaforma e sono già attive le aste per accaparrarseli.

Il funzionamento della trattativa è davvero semplice: dopo aver effettuato l'accesso sul sito Fragment tramite il proprio account Telegram, basta infatti partecipare all'asta desiderata e scegliere l'importo che si vuole pagare per l'username. Una volta vinta l'asta, il nome utente verrà automaticamente associato al proprio account Telegram e potrà essere utilizzato come meglio si crede.

Le aste ovviamente si "pagano" con dei token, chiamati Toncoin, e attualmente tutte le aste partono da una base di partenza di ben 10 mila Toncoin (attualmente, un Toncoin vale all'incirca 1,66 dollari, ovvero circa 1,67 euro). Al momento in cui stiamo scrivendo, le aste più costose riguardano il nome @casino e @auto, rispettivamente con offerte da 157.500 e 115.500 Toncoin.

Gli utenti che invece possiedono nomi utente particolari che sono ancora utilizzati non potranno metterli all'asta, almeno per il momento, ma invece potranno convertirli in "collectibles", ovvero una specie di NFT.

Durov contro Apple

Nel frattempo, Pavel Durov si scaglia contro Apple: su Telegram, diversi creator utilizzano dei bot per monetizzare i loro post sull'app di messaggistica, ma l'azienda di Cupertino richiede, come praticamente per qualsiasi transazione che avviene su iPhone e su app scaricate dall'App Store, una commissione che equivale al 30% o al 15% (in base ad alcune tipologie di contenuti).

Ovviamente, i creator vorrebbero utilizzare dei metodi di pagamento diversi da quelli offerti da Apple per monetizzare i propri contenuti, ma questo non è possibile.

Durov ha affermato che Apple "non è contenta dei creatori di contenuti che monetizzano i loro sforzi senza pagare una tassa del 30%" e che Telegram non ha altra scelta che disabilitare i post e i canali a pagamento sulla sua app iOS. 

"Questo è solo un altro esempio di come un monopolio da trilioni di dollari abusa della propria posizione sul mercato a spese di milioni di utenti che stanno cercando di monetizzare i propri contenuti", ha continuato Durov, che conclude dicendo che "nel frattempo, noi di Telegram lavoreremo per offrire ai creatori strumenti potenti e facili da usare per monetizzare i loro contenuti, al di fuori dell'ecosistema restrittivo di Apple".