La complicata storia di Telegram con le criptovalute giunge a una svolta

Pavel Durov annuncia per novembre l'arrivo di un portafoglio per le criptovalute, TON Wallet, ma non negli Stati Uniti
La complicata storia di Telegram con le criptovalute giunge a una svolta
Alessandro Nodari
Alessandro Nodari

Telegram a breve introdurrà un suo portafoglio per le criptovaluute, TON Wallet, sotto forma di mini app di terze parti, ma la storia dietro a questa novità è molto più ampia (sapete come creare un bot Telegram?). 

Da tempo infatti la popolare app di messaggistica sta lavorando a una tecnologia blockchan, non senza problemi. Nel 2020, il suo Telegram Open Network (TON) era stato abbandonato dopo che la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti lo aveva citato in giudizio per una massiccia offerta iniziale della sua criptovaluta, Gram. Un gruppo di sviluppatori open source e appassionati di blockchain lo aveva però recuperato, fondando The Open Network Foundation (TON Foundation).

Giusto come promemoria, una blockchain è una "catena" che sfrutta le caratteristiche di una rete informatica di nodi tramite i quali gestire e validare il registro contenente dati e informazioni di una transazione o di un trasferimento, in maniera aperta e distribuita senza un'entità centrale che lo verifichi o controlli.

Una delle applicazioni più importanti del nuovo TON è stata Fragment, una piattaforma basata su TON (il nuovo, non il primo) che consente agli utenti di vendere e comprare username e ID di Telegram. Stiamo parlando di un mercato in grado di generare 120 milioni di dollari di scambi e un aumento del valore di questi asset digitali di ben 27 volte in appena nove mesi (per esempio @money è ora all'asta a 198.000 dollari e continua a salire, a quasi 5 giorni dalla fine dell'asta). 

Per Telegram, questa è la dimostrazione del potenziale del Web 3.0 sulla piattaforma, in quando consente agli utenti di possedere e comprare la propria identità digitale su un social media, e ora, come afferma il capo dell'azienda in un post, è il momento di passare al passo successivo, integrando "le tecnologie blockchain più in profondità con l'aggiunta di un portafoglio TON" per criptovalute sotto forma di mini app.

TON Wallet. Fonte: Telegram

 

Ecco quindi che a novembre arriverà nel menu delle impostazioni e degli allegati TON Wallet, per tutti gli utenti dell'app al di fuori degli Stati Uniti (che si sono lanciati in una serie di campagne repressive contro l'industria delle criptovalute). 

Questa soluzione però non è stata sviluppata direttamente da Telegram, ma da TON, ed è un'estensione dell'attuale Wallet Pay, un servizio basato su TON che permette agli utenti di effettuare pagamenti in crypto direttamente dall'app (e infatti chi ha già aggiunto @wallet dovrebbe già vederlo nel menu).

Telegram crede particolarmente nel progetto, tanto che sta dando accesso prioritario per i progetti TON e i partner alla sua piattaforma pubblicitaria globale, ma la creazione di un portafoglio per criptovalute è solo l'inizio. 

Se infatti TON Wallet consentirà lo scambio di criptovalute in modo molto più semplice, mettendo un protafoglio criptografico già pronto all'uso in un'app con più di 800 milioni di utenti attivi, la visione è molto più ampia e va nella direzione di rendere Telegram una sorta di "super app" da cui si possono fare più cose grazie a mini app.

L'idea di Telegram è di permettere agli sviluppatori di creare mini app cripto-compatibili integrandosi con il portafoglio TON Space, piuttosto che attraverso una soluzione centralizzata costruita dalla piattaforma.

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