L'Unione Europea dice sì al matrimonio tra Microsoft e Activision Blizzard

Antonio Lepore
Antonio Lepore
L'Unione Europea dice sì al matrimonio tra Microsoft e Activision Blizzard

Le autorità di regolamentazione dell'Unione Europea hanno approvato l'accordo tra Microsoft e Activision-Blizzard per l'acquisizione di quest'ultima per complessivi 68,7 miliardi di dollari. Questa decisione era piuttosto probabile visti gli impegni assunti da Microsoft riguardo al cloud gaming. In particolare, l'UE ha chiarito che Microsoft "non avrebbe alcun incentivo a rifiutare di distribuire i giochi di Activision a Sony". Inoltre, sempre secondo la Commissione Europea, anche se Microsoft scegliesse di ritirare i giochi targati Activision da PlayStation, questo non danneggerebbe in alcun modo la concorrenza in questo mercato.

La Commissione Europea, dunque, ha detto di sì a questo matrimonio, mentre di tutt'altro parere è stata l'autorità di regolamentazione del Regno Unito (CMA), che aveva bloccato l'acquisizione. Secondo la CMA, infatti, l'Xbox Game Pass potrebbe diventare un elemento piuttosto dominante nell'ambito del cloud gaming. Anzi, su Twitter, l'autorità ha commentato in questo modo la notizia: "La CMA ha concluso che il cloud gaming deve continuare ad essere un mercato libero e competitivo per promuovere l'innovazione e la scelta in questo settore in rapida evoluzione. Le proposte di Microsoft accettate quest'oggi dalla Commissione Europea, consentirebbero a Microsoft di stabilire i termini e le condizioni di questo mercato per i prossimi dieci anni". 

Dello stesso avviso, inoltre, anche la Federal Trade Commission degli Stati Uniti, che ha fatto causa per bloccare la fusione tra Microsoft e Activision-Blizzard. A riguardo, il capo della concorrenza dell'UE, Margrethe Vestager, ha evidenziato che le diverse autorità di regolamentazione potrebbero anche giungere a pareri discordanti tra di essi. Dunque, dopo il parere positivo dell'autorità di regolamentazione dell'UE, la vicenda sembra giunta alla puntata finale, nonostante i no piuttosto pesanti sia dell'autorità britannica che di quella statunitense.